Martedì 29 maggio io e gli altri membri della comunità del noviziato abbiamo vissuto una giornata di silenzio, preghiera e condivisione.
La giornata è iniziata alle 8 con le Lodi. Alle 9:15 abbiamo ricevuto le indicazioni su come vivere la prima parte dell’esperienza: un’ora di preghiera individuale, condivisione in gruppi, infine condivisione di tutta la comunità riunita. Ci siamo divisi in tre gruppi, primo e secondo anno e formatori. Il senso era cogliere le consolazioni e le desolazioni, i momenti fecondi e quelli sterili, le gioie e le difficoltà che la comunità ha vissuto durante l’anno formativo. Come Mosè vedeva il Signore di spalle dopo il suo passaggio, così abbiamo riletto l’anno per comprendere dove e quando Dio ha regalato qualcosa di sé stesso.
Prima separati, poi ritrovati. Ciò ha permesso di notare punti convergenti, e individuare elementi importanti che un gruppo aveva sottolineato e l’altro no. È stato arricchente.
Dopo il pranzo stesso metodo: preghiera individuale, condivisione divisi in gruppi, condivisione della comunità riunita. Ma è cambiato l’obiettivo. Non abbiamo riletto di nuovo l’anno, bensì alla luce di quanto emerso nella revisione della mattina abbiamo cercato cosa raccomandare. Anche qui abbiamo trovato punti convergenti e altri meno. Ciascuno ha dato il proprio contributo, consapevole di essere alla ricerca del bene comune e condiviso.
È stata per me una novità. Pregare e condividere non semplicemente per il mio percorso, ma con lo sguardo attento ai vissuti della comunità e in ascolto di quanto il Signore volesse dirmi per il meglio della comunità.
C’è ancora un terzo passaggio: affidare tutto alla preghiera del superiore perché il Signore ci mostri la via comunitaria da percorrere. Questo discernimento non vuole arrivare a decisioni concrete sommando i contribuiti dei singoli novizi o formatori. L’esercizio mira a individuare, con l’aiuto del Signore, le raccomandazioni profondamente comunitarie e condivise che possano indicare su quali passi già fatti insistere o quali nuovi passi compiere. Il superiore allora ha raccolto e annotato le consolazioni e desolazioni emerse, le raccomandazioni proposte, ed ora le porta davanti al Signore con questa intenzione.
L’esercizio mostra i passaggi del modo di procedere ignaziano: preghiera, condivisione, proposte dei singoli; fiducia nel superiore, che accoglie, a sua volta prega e riflette, e infine decide.
Abbiamo concluso la giornata con l’Eucaristia. Lì Gesù ascolta e raccoglie nel suo abbraccio le fragilità e le risorse, le miserie e le forze di tutta la comunità.