GESUITI noviziato
Noviziato della Provincia Euro-Mediterranea della Compagnia di Gesù
iten
facebookTwitterGoogle+

In dialogo con Dio

28 Feb 2020

Poco tempo fa noi novizi del primo anno siamo tornati nella casa del noviziato dopo aver vissuto il primo e più importante esperimento di questo periodo di formazione, il mese ignaziano.
Il mese di esercizi spirituali, secondo la mia fresca esperienza, non è un momento di cambiamento – e questo si deve sottolineare – perché Dio non vuole cambiare ciò che siamo: lui ci ha creati così e così ci ama, sottolinea Sant’Ignazio, colui che propone questo percorso. Gli esercizi sono un’esperienza di comprensione, di avvicinamento a Dio e di approfondimento del mistero della sua presenza nel mondo e del legame di amore che ha con noi. Un pellegrinaggio interiore, personale dove non sei solo. Questo è esattamente ciò di cui si tratta: un cammino interiore accompagnato da Lui, il nostro Creatore. Il padre Maestro all’inizio di questo mese diceva: “Dio ci ha preparato per questa esperienza già programmata, lui ci aspetta e ci accoglie.” E’ stato confermato dal fatto che durante un mese di silenzio non ci siamo sentiti soli. Lui ci parla, ci accompagna e ci propone sempre nuove sfide. Questo cammino di meditazione e contemplazione in ricerca di Dio, che ci ha creato dal suo amore e ci ha offerto la vita terrena del suo Figlio per la nostra salvezza, porta anche le risposte alle nostre domande. Andando in profondità, scoprendo te stesso, i tuoi valori e le tue virtù, tutto questo come un dono che sgorga dall’amore di Dio.
Che ne facciamo di tutto questo che abbiamo ricevuto, che ne facciamo della nostra vita, come utilizzarla?
Circa 2000 anni fa Gesù, Figlio di Dio, nasce a Betlemme, vive 33 anni, è condannato, muore e risorge. Questo riguarda anche la mia vita oggi, è un dono anche per me, un esempio di vita data dal Vincitore che vince il peccato, tutte le dinamiche quotidiane che ci rattristano, e la nostra parte buia. Gesù fa capire che la salvezza della nostra anima non ha un “punto zero”, è un cammino, simile alla sua vita. Lui è venuto per aiutare, darci esempi, incoraggiarci e mostrarci la verità perché la possiamo seguire. E inoltre, il risorto è presente nella nostra vita, dobbiamo solo collaborare. Ecco la cosa più importante, dobbiamo collaborare. Come?
Il mese di esercizi spirituali offre la possibilità di capire questo profondamente, di vederlo in modo dettagliato, di capire il dono che Gesù ci fa e di imparare a sfruttare questo dono.
Sono felice e grato di aver fatto questa esperienza, nata attraverso l’esperienza di conversione di Sant’Ignazio, di conoscere di più il mistero della vita di Gesù e di poter accogliere meglio l’amore di Dio e la relazione stretta con lui (relazione di perdono e di amore), che vuole sviluppare con ognuno di noi.
Lo esprime bene il gesuita romeno p. Marius Taloș nella sua introduzione al libro degli Esercizi Spirituali: “Gli esercizi hanno già trasformato molti cuori e molte vite e hanno condotto a molti cambiamenti personali, sociali e culturali.”

Raul P. Ciocani, novizio del primo anno

La ripetizione della preghiera: una frustrazione o un approfondimento?

di Andrea Cassar

Nel mese di Esercizi Spirituali, ho vissuto e sperimentato per la prima volta quella che Sant’Ignazio di Loyola chiama la ‘Ripetizione di una meditazione o contemplazione’, che consiste nel meditare un brano evangelico o un esercizio previsto da Sant’Ignazio per la seconda volta, soffermandosi sui punti in cui si è sentito maggior consolazione o desolazione o maggior sentimento spirituale (Esercizi Spirituali [62,2]).

Quando ho saputo che dovevo fare questo tipo di esercizio, sentii subito un po’ di frustrazione e mi chiesi: “Che cosa potrà dirmi di nuovo questo brano?” Questo pensiero mi ha accompagnato anche prima del mese di Esercizi e, infatti, mi è capitato spesso di meditare lo stesso brano del Vangelo con un atteggiamento abbastanza diffidente e insensibile. Questa volta, però, notavo che dietro alla mia frustrazione e insoddisfazione c’era una verità ancor più importante da scoprire: che il protagonista della preghiera non sono io e quelli che potrebbero essere i miei pensieri e le mie aspettative. Al contrario, è la presenza benevola del Signore che mi aspetta e desidera incontrarmi così come sono, anche se mi potrei sentire lontano da Lui.

Nella Lettera agli Ebrei, San Paolo scrive che la parola di Dio è viva, efficace e discerne i sentimenti e i pensieri del cuore (cfr. Eb 4,12); nel tenere ben presente questa verità, non sentivo più il bisogno di preoccuparmi nel meditare lo stesso brano e le stesse parole del Vangelo. Questa esperienza mi ha portato molta libertà interiore e mi ha insegnato a lasciar perdere le mie aspettative e tutti gli ideali che mi ponevo ancor prima di iniziare il momento della preghiera. Con questa disposizione d’animo, ho potuto affrontare e approfondire le diverse ripetizioni dei brani evangelici, osservando con maggior chiarezza come il Signore mi stesse parlando attraverso i movimenti interiori. Infatti, ci sono stati alcuni giorni specifici dove ho sperimentato più “gusto” durante la preghiera di ripetizione a confronto della prima contemplazione, che si dimostrò molto difficile e pesante.

Credo che questo metodo di Sant’Ignazio possa essere utile e valido non soltanto per la preghiera personale e comunitaria ma per la vita quotidiana di ognuno di noi. Spesso, ci ritroviamo a vivere delle giornate che sono un susseguirsi di avvenimenti, più o meno simili, e può essere che la prima reazione sia quella di lamentarci, forse anche arrenderci alla sorprese e alla bellezza che ci possono regalare. In un mondo dove la felicità pare che dipenda dalle novità del mercato e dai tanti piaceri mondani che appesantiscono l’anima e lasciano sempre più arido il cuore, fermarsi e prendersi del tempo per rileggere e approfondire il vero senso di quello che facciamo ogni giorno, può sembrare insensato e, addirittura, spreco di tempo. Questa tentazione è reale ed è presente in tutti noi, e potrebbe condurci a vivere la nostra quotidianità con mediocrità. Decidere di agire contro questa tentazione ci aiuterà a riconoscere la Sua presenza viva e consolante propria là dove tutto sembra noioso, sconosciuto e morto.

Chiudi notifica

Gesuitinetwork - Normativa Cookies

I cookies servono a migliorare i servizi che offriamo e a ottimizzare l'esperienza dell'utente. Proseguendo la navigazione senza modificare le impostazioni del browser, accetti di ricevere tutti i cookies del nostro sito. Qui trovi maggiori informazioni