GESUITI noviziato
Noviziato della Provincia Euro-Mediterranea della Compagnia di Gesù
iten
facebookTwitterGoogle+
https://www.thebestphotos.eu/lawn-under-blue-sky-free-image-peakpx.html

https://www.thebestphotos.eu/lawn-under-blue-sky-free-image-peakpx.html

https://www.thebestphotos.eu/lawn-under-blue-sky-free-image-peakpx.html

Info

LA PREGHIERA DEL CUORE

Che cos’è la preghiera del cuore ?
È una pratica di preghiera cristiana che ha origini antichissime, le prime fonti attendibili risalgono ai Padri del deserto del III-IV secolo d.C. Consiste nella ripetizione continua di una breve giaculatoria con il nome di Gesù, inserita a ritmo nel respiro.
Ho sentito il richiamo verso questa preghiera qualche anno fa, apprendendone la tecnica e iniziando a sperimentarla con i Ricostruttori nella preghiera, movimento cattolico che si occupa della sua diffusione.

In quale modo questa preghiera può aiutare e dare benefici nella vita concreta?
L’incontro con la preghiera del cuore mi ha cambiato la vita. Attraverso di essa il Signore mi ha donato una trasformazione a partire dall’approccio alle piccole cose.
Lavare i piatti, lavorare nell’orto o lavare le scale potrebbero sembrare attività noiose mentre con la recita del nome di Gesù possono acquisire un gusto differente.
Infatti la preghiera del cuore aiuta a vivere in maniera piena tutte le attività che facciamo, anche quelle più ordinarie. Ci invita a riscoprire la bellezza delle cose piccole e semplici, come la natura che ci sta attorno. Attraverso questa pienezza e meraviglia siamo aiutati dall’Alto a vivere il presente con maggiore presenza e coinvolgimento. È più facile quindi svolgere un’azione con vera gioia e gratitudine e non per l’ansia di doverla finire.

Prima di intraprendere il percorso dell’esperienza della preghiera del cuore ricordo che la mia mente era inquieta quando mi rimaneva mezz’ora vuota nei miei programmi della giornata o dovevo attendere la coincidenza di un autobus. Ora le cose sono cambiate, è cambiato il mio atteggiamento: mi affido, mi abbandono con fiducia a Dio ricordandomi, grazie a questa orazione, che tutto dipende da Lui.
Anche nella vita in noviziato ci sono innumerevoli occasioni in cui sperimentare questo: andando all’apostolato, lavorando, apparecchiando, passeggiando, ecc.
La preghiera del nome di Gesù aiuta a vivere le cose in profondità pregando nel cuore. Sono numerosi i versetti biblici che si riferiscono a questa orazione perpetua, come ad esempio pregate incessantemente (1Ts 5, 17), in ogni cosa rendete grazie (1Ts 5, 18), bussate e vi sarà aperto (Lc 11, 10), toglierò dal loro petto il cuore di pietra e darò loro un cuore di carne (Ez 11, 19) e molti altri.
Un ulteriore beneficio che ci restituisce la recita della breve invocazione sta nel porre attenzione a una cosa che spesso trascuriamo, il respiro. Apprendere questa orazione ci permette di riesplorare l’utilizzo del respiro e ritrovare così una respirazione profonda e diaframmatica, quella naturale. Spesso invece respiriamo in maniera affannata e questo ci ostacola nel predisporci alla calma. Per questi motivi e per quelli più strettamente spirituali è infatti raccomandata l’iniziazione a questo tipo di preghiera da una guida esperta.
È curioso notare come questa pratica sembra rispondere oggi in maniera ottimale alle esigenze del mondo moderno. Credo sia un meraviglioso mezzo, utile a contrastare i ritmi di una società ansiosa e frenetica. Negli ultimi decenni stiamo assistendo infatti a una diffusione di questa preghiera in Occidente, anche nel mondo laicale. Ho conosciuto diverse persone che testimoniano come questa pratica abbia trasformato la loro vita, avvicinandoli alla fede, convertendoli a Cristo e facendoli innamorare della preghiera. La sete spirituale, presente nelle persone in modo più o meno consapevole, potrebbe essere saziata da questa preghiera.
Dobbiamo considerare che, come ci dice S. Ignazio, non ogni mezzo di preghiera è per tutti. Voglio però augurare a tutte le persone che inconsapevolmente la stanno cercando di incontrarla e innamorarsene!

Marco Garbari, novizio del primo anno

La ripetizione della preghiera: una frustrazione o un approfondimento?

di Andrea Cassar

Nel mese di Esercizi Spirituali, ho vissuto e sperimentato per la prima volta quella che Sant’Ignazio di Loyola chiama la ‘Ripetizione di una meditazione o contemplazione’, che consiste nel meditare un brano evangelico o un esercizio previsto da Sant’Ignazio per la seconda volta, soffermandosi sui punti in cui si è sentito maggior consolazione o desolazione o maggior sentimento spirituale (Esercizi Spirituali [62,2]).

Quando ho saputo che dovevo fare questo tipo di esercizio, sentii subito un po’ di frustrazione e mi chiesi: “Che cosa potrà dirmi di nuovo questo brano?” Questo pensiero mi ha accompagnato anche prima del mese di Esercizi e, infatti, mi è capitato spesso di meditare lo stesso brano del Vangelo con un atteggiamento abbastanza diffidente e insensibile. Questa volta, però, notavo che dietro alla mia frustrazione e insoddisfazione c’era una verità ancor più importante da scoprire: che il protagonista della preghiera non sono io e quelli che potrebbero essere i miei pensieri e le mie aspettative. Al contrario, è la presenza benevola del Signore che mi aspetta e desidera incontrarmi così come sono, anche se mi potrei sentire lontano da Lui.

Nella Lettera agli Ebrei, San Paolo scrive che la parola di Dio è viva, efficace e discerne i sentimenti e i pensieri del cuore (cfr. Eb 4,12); nel tenere ben presente questa verità, non sentivo più il bisogno di preoccuparmi nel meditare lo stesso brano e le stesse parole del Vangelo. Questa esperienza mi ha portato molta libertà interiore e mi ha insegnato a lasciar perdere le mie aspettative e tutti gli ideali che mi ponevo ancor prima di iniziare il momento della preghiera. Con questa disposizione d’animo, ho potuto affrontare e approfondire le diverse ripetizioni dei brani evangelici, osservando con maggior chiarezza come il Signore mi stesse parlando attraverso i movimenti interiori. Infatti, ci sono stati alcuni giorni specifici dove ho sperimentato più “gusto” durante la preghiera di ripetizione a confronto della prima contemplazione, che si dimostrò molto difficile e pesante.

Credo che questo metodo di Sant’Ignazio possa essere utile e valido non soltanto per la preghiera personale e comunitaria ma per la vita quotidiana di ognuno di noi. Spesso, ci ritroviamo a vivere delle giornate che sono un susseguirsi di avvenimenti, più o meno simili, e può essere che la prima reazione sia quella di lamentarci, forse anche arrenderci alla sorprese e alla bellezza che ci possono regalare. In un mondo dove la felicità pare che dipenda dalle novità del mercato e dai tanti piaceri mondani che appesantiscono l’anima e lasciano sempre più arido il cuore, fermarsi e prendersi del tempo per rileggere e approfondire il vero senso di quello che facciamo ogni giorno, può sembrare insensato e, addirittura, spreco di tempo. Questa tentazione è reale ed è presente in tutti noi, e potrebbe condurci a vivere la nostra quotidianità con mediocrità. Decidere di agire contro questa tentazione ci aiuterà a riconoscere la Sua presenza viva e consolante propria là dove tutto sembra noioso, sconosciuto e morto.

Commenti

Lascia un commento
Chiudi notifica

Gesuitinetwork - Normativa Cookies

I cookies servono a migliorare i servizi che offriamo e a ottimizzare l'esperienza dell'utente. Proseguendo la navigazione senza modificare le impostazioni del browser, accetti di ricevere tutti i cookies del nostro sito. Qui trovi maggiori informazioni