GESUITI noviziato
Noviziato della Provincia Euro-Mediterranea della Compagnia di Gesù
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Info

LA PREGHIERA DEL CUORE

Che cos’è la preghiera del cuore ?
È una pratica di preghiera cristiana che ha origini antichissime, le prime fonti attendibili risalgono ai Padri del deserto del III-IV secolo d.C. Consiste nella ripetizione continua di una breve giaculatoria con il nome di Gesù, inserita a ritmo nel respiro.
Ho sentito il richiamo verso questa preghiera qualche anno fa, apprendendone la tecnica e iniziando a sperimentarla con i Ricostruttori nella preghiera, movimento cattolico che si occupa della sua diffusione.

In quale modo questa preghiera può aiutare e dare benefici nella vita concreta?
L’incontro con la preghiera del cuore mi ha cambiato la vita. Attraverso di essa il Signore mi ha donato una trasformazione a partire dall’approccio alle piccole cose.
Lavare i piatti, lavorare nell’orto o lavare le scale potrebbero sembrare attività noiose mentre con la recita del nome di Gesù possono acquisire un gusto differente.
Infatti la preghiera del cuore aiuta a vivere in maniera piena tutte le attività che facciamo, anche quelle più ordinarie. Ci invita a riscoprire la bellezza delle cose piccole e semplici, come la natura che ci sta attorno. Attraverso questa pienezza e meraviglia siamo aiutati dall’Alto a vivere il presente con maggiore presenza e coinvolgimento. È più facile quindi svolgere un’azione con vera gioia e gratitudine e non per l’ansia di doverla finire.

Prima di intraprendere il percorso dell’esperienza della preghiera del cuore ricordo che la mia mente era inquieta quando mi rimaneva mezz’ora vuota nei miei programmi della giornata o dovevo attendere la coincidenza di un autobus. Ora le cose sono cambiate, è cambiato il mio atteggiamento: mi affido, mi abbandono con fiducia a Dio ricordandomi, grazie a questa orazione, che tutto dipende da Lui.
Anche nella vita in noviziato ci sono innumerevoli occasioni in cui sperimentare questo: andando all’apostolato, lavorando, apparecchiando, passeggiando, ecc.
La preghiera del nome di Gesù aiuta a vivere le cose in profondità pregando nel cuore. Sono numerosi i versetti biblici che si riferiscono a questa orazione perpetua, come ad esempio pregate incessantemente (1Ts 5, 17), in ogni cosa rendete grazie (1Ts 5, 18), bussate e vi sarà aperto (Lc 11, 10), toglierò dal loro petto il cuore di pietra e darò loro un cuore di carne (Ez 11, 19) e molti altri.
Un ulteriore beneficio che ci restituisce la recita della breve invocazione sta nel porre attenzione a una cosa che spesso trascuriamo, il respiro. Apprendere questa orazione ci permette di riesplorare l’utilizzo del respiro e ritrovare così una respirazione profonda e diaframmatica, quella naturale. Spesso invece respiriamo in maniera affannata e questo ci ostacola nel predisporci alla calma. Per questi motivi e per quelli più strettamente spirituali è infatti raccomandata l’iniziazione a questo tipo di preghiera da una guida esperta.
È curioso notare come questa pratica sembra rispondere oggi in maniera ottimale alle esigenze del mondo moderno. Credo sia un meraviglioso mezzo, utile a contrastare i ritmi di una società ansiosa e frenetica. Negli ultimi decenni stiamo assistendo infatti a una diffusione di questa preghiera in Occidente, anche nel mondo laicale. Ho conosciuto diverse persone che testimoniano come questa pratica abbia trasformato la loro vita, avvicinandoli alla fede, convertendoli a Cristo e facendoli innamorare della preghiera. La sete spirituale, presente nelle persone in modo più o meno consapevole, potrebbe essere saziata da questa preghiera.
Dobbiamo considerare che, come ci dice S. Ignazio, non ogni mezzo di preghiera è per tutti. Voglio però augurare a tutte le persone che inconsapevolmente la stanno cercando di incontrarla e innamorarsene!

Marco Garbari, novizio del primo anno

E vide che era cosa molto buona

di Gianluca Severin

Tra le esperienze che costellano la vita in noviziato ci sono le uscite che ogni settimana viviamo insieme, camminando nella natura che circonda la città.

Quando arriviamo in vetta, sotto il cielo profondissimo, su picchi sospesi, circondati dai monti e dal mare, la nostra meraviglia sboccia nella lode. Il Signore passò per questi boschi, spargendo con premura mille grazie, e mirandoli per via, con il suo solo volto, li lasciò rivestiti di bellezza. Le creature sono un’orma del passo di Dio, grazie a cui si intuiscono la Sua grandezza, potenza, sapienza. (San Giovanni della Croce)

Il cuore si unisce a ogni creatura che canta la gioia della propria esistenza, che proclama la Sua infinita creatività, la Sua somma sapienza, la Sua eterna tenerezza. Davanti a noi si apre uno spazio immenso in cui tutto prende misura infinita, e in noi tanto si allarga il desiderio di altezze, di splendore, di libertà.

E qui, senza averlo chiesto, senza averlo meritato, ci sono anche io. Si, ci sono, Dio onnipotente che mia hai creato e amato, e Ti ringrazio di esserci, e di essere quello che sono, davanti a Te.

Quanto sono grandi, Signore, le tue opere! Tutto hai fatto con saggezza, la terra è piena delle tue creature [Sal 103, 24]

Mentre l’orecchio s’immerge nel silenzio, e s’accorge del rombo lontano d’una cascata, dello stormire di fronde, dello stridio di un falco, sgorga in noi il senso del sacro.

Mi prende un profondissimo rispetto e, al contempo, mi trattengo nella somma intimità nella quale mi accoglie; sono pervaso da un’abissale indegnità e, al contempo, di dolcissima fierezza quando Si fa prossimo: “Non aver paura. sono io”. Di fronte al sublime, non ho paura ma sono attratto, innamorato; di fronte all’ignoto non mi ammutolisco ma dialogo delle cose più profonde e sincere della vita; di fronte all’infinito, non fuggo ma mi affido, mi lascio abbracciare; di fronte al mistero, non mi ritraggo ma mi apro all’amicizia, alla comunione. E percepisco tutto opera di Dio, me stesso opera di Dio, e Dio all’opera nella vita.

Lo Spirito del Signore riempie l’universo, e abbracciando ogni cosa, conosce ogni voce [Sap 1,7]

Mentre riposiamo insieme tra rocce che si protendono al cielo, plasmate e vivificate dalla luce che splende, dal vento che soffia, dall’acqua che scorre, viviamo non come servi, non come padroni ma da amici.

Condividiamo il cammino, ritmato dal lento e perseverante salire, e le pause, le stanchezze e gli ardimenti, la fatica e la meraviglia. Condividiamo il pane e l’acqua, un gesto quotidiano, ma che dopo una comune fatica è più franco e sereno, ha un sapore di maggiore intimità. Condividiamo le storie che ognuno ha da raccontare, il passato che l’ha condotto qui, il futuro che intravede all’orizzonte, le paure e le passioni, le risate e le tristezze, i dubbi e gli entusiasmi. Condividiamo la silenziosa reciproca compagnia. E mi sento tra fratelli.

Dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro [Mt 18, 20]

Vivendo questo ci salviamo: nella lode, nel sacro, nell’amicizia di Dio si realizza già la nostra salvezza, la pienezza di vita.

L’uomo è creato per lodare, riverire e servire Dio nostro Signore e per salvare, mediante ciò, la propria anima; e le altre cose sulla faccia della terra sono create per l’uomo affinché lo aiutino al raggiungimento del fine per cui è stato creato. [Principio e fondamento degli Esercizi Spirituali]

 

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