GESUITI noviziato
Noviziato della Provincia Euro-Mediterranea della Compagnia di Gesù
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Non diamoci la zappa sui piedi!

di Janez Gorenc

Siamo in giugno e l’estate è in pratica già in pieno movimento. Questo non si nota solo nei giorni sempre più caldi ma anche nella natura, che quest’anno grazie alla pioggia abbondante ci sorprende con colori vivi. Dall’altro lato tutta questa pioggia ci fa anche tanto lavorare. L’erba nel giardino cresce in continuazione, quindi gli impegni più importanti in questo momento per Fr. Paride, il ministro, sono i lavori esterni. Ma non vorrei lamentarmi di questo fatto, piuttosto vorrei parlarvi, cari visitatori del nostro sito, dell’esperienza del lavoro quotidiano in genere che mi sembra sempre un elemento molto importante della giornata nel noviziato.

Detto questo, adesso mi trovo nella difficoltà da qualche parte cominciare. Con questo sentimento mi viene in mente il Padre Maestro che spesso sottolinea l’importanza della quotidianità e di provare di vivere questi momenti nella pienezza. Mi sembra che i lavori della mattinata siano un bell’esercizio che mostra come si può vivere una cosa banale nella pienezza.

E dove si trova pienezza nello zappare l’orto, nella raccolta delle foglie, nel falciare l’erba o nella riparazione dell’ennesima cosa che non funziona? Una delle possibilità potrebbe essere che l’esperienza vissuta nella preghiera si applica nel concreto, che non diventa un attività da proporre ai novizi per non pensare a varie sciocchezze. Un’attività non solo fisica ma anche spirituale, che ti aiuta a andare fuori te stesso e verso l’altro.

Qui mi viene anche un’altra frase che prendo in prestito da sant’Ignazio: “… che l’amore consiste nella comunicazione reciproca, cioè nel dare e comunicare l’amante all’amato quello che ha, o di quello che può, e cosi a sua volta l’amato all’amante … ” Quindi il lavoro diventa un luogo di condivisione fraterna del tempo, esperienze vissute e propri talenti. In quest’ambito spesso si approfondiscono le relazioni e si scoprono talenti che prima non si sapeva che esistessero. Un altro aspetto del lavoro mattutino che dà valore aggiunto al lavoro che facciamo è il fatto che così il noviziato e dintorni diventano più ordinati e gli rendono più accoglienti per le persone che fanno qui qualche giorno di preghiera. Parlo per esperienza quando dico che si prega meglio in un ambiente ordinato. Così noi novizi possiamo fare il nostro piccolo per aiutare i nostri ospiti con la preghiera e loro relazione con il Signore.

È veramente una sfida vivere una cosa quasi scontata come il lavoro che diventa un luogo di crescita personale e di comunità.

Estate SJ

di Giacomo Mottola

Eccomi dall’altra parte dello schermo a distanza di sei anni. Già, perché ricordo bene quell’estate dopo il primo anno di seminario in cui passai in rassegna tutte le pagine del sito del noviziato per leggere delle esperienze vissute dai novizi. Leggendo le loro attività estive iniziai a sentire, sempre con maggiore chiarezza, il desiderio di vivere in questo modo. Sebbene i racconti delle esperienze estive fossero così accurati che mi sembrava di viverle mentre le leggevo, al termine di questa estate devo riconoscere che farle è ben più impegnativo che leggerle comodamente sul divano.

Certo io immaginavo di passare da un’esperienza all’altra sempre pronto ad impegnarmi fino in fondo, in perfetto spirito di obbedienza ai miei superiori, ma ho scoperto che l’obbedienza non è solo un aspetto esteriore. Non basta fare quello che ti hanno chiesto e farlo al meglio. Quando mi sono trovato di volta in volta in contesti nuovi in cui non conoscevo nessuno, o quasi, mi sono accorto che una parte di me iniziava a giocare in difesa e tutta una apparente serie di buoni motivi era pronta a sostenere che andava bene così, infondo io avevo obbedito ma una parte di me non era lì presente e perdeva l’occasione per imparare, sperimentare e coinvolgersi.

Grazie ai consigli di un gesuita responsabile di una delle attività a cui ho preso parte ho imparato una grande lezione quest’anno. Le situazioni sono oggettive ma le interpretazioni sono relative. Ci sono situazioni di lavoro che possono essere più facili di altre ma sta a noi scegliere se considerare quella difficoltà come una minaccia da cui difendersi o come una sfida da affrontare. Ho poi notato che quotidianamente vengo a contatto con situazioni che posso percepire come sfide o come minacce. Esaminando frequentemente la mia coscienza per esaminare dove ho agito in difesa e dove invece mi sono messo in gioco, sto scoprendo ogni giorno aspetti nuovi su cui lavorare per imparare a fidarmi sempre di più del buon Dio.

Giacomo Mottola

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