In occasione della Pasqua vorrei condividere una mia esperienza degli esercizi spirituali.
Nell’ultima, quarta, settimana degli Esercizi Spirituali contempliamo Gesù risorto. Per me era particolarmente difficile stare dentro queste contemplazioni, all’inizio non capivo perché. Nella mia mente c’erano tanti pensieri distratti, per esempio su come costruire un telaio di bicicletta, in quale lato del tetto delle case vicine sarebbe opportuno mettere panelli fotovoltaici, o vedendo un campo mi venivano in mente tecnologie dell’agricoltura. Essendo un ingegnere (almeno in pectore) mi interessano tutti questi temi ma in quel tempo era assolutamente inutile pensare ad essi.
Era già il terzo giorno che stavo soffrendo per distrazioni di questo genere quando finalmente sono riuscito a dire la vera ragione: non mi piaceva questo Gesù risorto che non sta con i suoi e con il quale non posso stare semplicemente come prima. Viene quando vuole, rimane per 5 minuti, per un ora e poi se ne va. Si rende irriconoscibile e giocherella con i suoi discepoli.
Poi chiede: “Mi ami?” (apparizione di Gesù presso il mare di Tiberiade, Gv 21)
Il “buon cattolico” subito risponde in me: “Sì, Signore, certo, tu sai che ti amo”.
Ma questa volta c’è anche un’altra voce più sincera: “Come potrei amarti? Non stai con me, sempre vai via!”.
Finalmente so cosa non va. Sono sempre molto grato per questi momenti di sincerità. A volte purtroppo devo aspettare giorni, settimane, anni finché arrivino.
Poi è affascinante che velocemente un problema si può risolvere se lo riconosciamo.
Altre due parole mi vengono in aiuto: “Ed ecco: io sono con voi tutti i giorni, sino alla fine del mondo.” (Mt 28,20) Come?
L’altra: “E il re risponderà loro: In verità vi dico: tutto quello che avete fatto a uno dei più piccoli di questi miei fratelli, l’avete fatto a me.” (Mt 25,40).
Ecco: infatti, trovare e vedere Gesù nel prossimo (e in ogni cosa) è un compito per tutta la vita. Anzi, dobbiamo amarlo in tutto! Questa presenza nuova, strana, nascosta ci rende capaci di una carità decisamente maggiore. Se lui fosse rimasto fisicamente presente fra gli uomini, avrei corso il rischio di amarlo in modo esclusivo. Ma così, per Lui e in Lui, posso e devo amare tutto e tutti di più e sempre di più. O possiamo dire anche così: Posso e devo amare Lui in tutto e tutti.
Pál Füszfás