GESUITI noviziato
Noviziato della Provincia Euro-Mediterranea della Compagnia di Gesù
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Mese di Esercizi: un pitstop con lo Spirito

Indubbiamente, il mese ignaziano è stato per me un tempo prezioso, per approdare, nel silenzio, a una maggiore consapevolezza, attraverso l’ascolto della Parola di Dio e la preghiera personale condivisa con i miei compagni durante la messa quotidiana.

L’obiettivo degli esercizi è quello di provare a fermarsi a riflettere e guardare in sincerità e trasparenza ciò che realmente siamo. In questo tempo di cinque settimane si vive come in una camera insonorizzata dove, chiusa la porta ed eliminati i rumori esterni, l’unico rumore che ci “importuna” nel corso della giornata è la voce di Dio che sussurra al nostro cuore lasciandolo inquieto. Saper ascoltarsi fa parte del cammino di formazione di un novizio gesuita che, in questa prima sosta, sperimenta un “silenzio relazionale” che invita a mettersi in ascolto di Dio che parla attraverso la Sua Parola.

Questo silenzio, mettendo a tacere le voci strillanti del nostro quotidiano, consente allo Spirito di “allenare” la nostra capacità di ascoltare Dio anche nei suoni più impercettibili, di imparare a distinguere ciò che risuona dentro di noi e di fare ordine per poter vivere in pienezza. Durante gli esercizi si impara soprattutto a filtrare e a isolare quelle voci che attraverso un canto apparentemente appagante, ma in realtà vuoto, ci disorientano come le sirene dell’Odissea e cercano di sedurci nel viaggio della vita.
In questo clima di silenziosa preghiera si ritrova la propria identità più autentica e le ragioni più profonde nel seguire e servire Cristo: contemplare l’esistenza terrena di Gesù, aiuta a ripercorrere la propria storia, a riconciliarsi con essa e a confermare o prendere nuove decisioni, imparare a scoprire e a vivere il proprio desiderio sempre più grande di Dio.
Solo così, la mente e il cuore si possono aprire al mistero di un Dio che ci ama per i nostri limiti e, tirandoci fuori dai labirinti in cui ogni tanto ci perdiamo, ci restituisce la libertà e la gioia che trasformano le nostre povertà in opportunità di vita per noi e per chi ci sta attorno.

Gli esercizi, quindi, ci invitano a rivedere l’ordine delle nostre priorità, per far pesare il piatto della bilancia su ciò che può dare frutto, comprendendo che anche nell’ordinario di tutti i giorni, se si impara ad amministrare rettamente i doni di Dio, è possibile raggiungere lo straordinario. Così facendo, il Signore ci infonde il coraggio necessario per abbandonare il terreno delle nostre sicurezze e ad uscire all’aperto, rinunciando ai nostri desideri egoistici, per vivere pienamente quell’amore che nel Crocifisso si fa dono per l’altro e che chiama ognuno di noi a fare della sua vita un dono per gli altri, come una perenne Eucarestia, negli ambienti dove viviamo.

Il mese ignaziano è stato quindi un tempo per fare Esperienza vera dell’amore di Dio nella mia vita, per lasciarmi amare da Lui e per imparare ad amare come Lui e come scrive Pedro Salinas nella sua poesia, tutto ciò, per me, è ben racchiuso nei seguenti versi: “Quando tu mi hai scelto,| fu l’amore che scelse,| sono emerso dal grande anonimato| di tutti, del nulla.|| Sino allora| mai ero stato più alto| delle vette del mondo.|| Non ero mai sceso più sotto| delle profondità| massime segnalate| sulle carte di mare”.

Marco Maio, novizio del primo anno

La ripetizione della preghiera: una frustrazione o un approfondimento?

di Andrea Cassar

Nel mese di Esercizi Spirituali, ho vissuto e sperimentato per la prima volta quella che Sant’Ignazio di Loyola chiama la ‘Ripetizione di una meditazione o contemplazione’, che consiste nel meditare un brano evangelico o un esercizio previsto da Sant’Ignazio per la seconda volta, soffermandosi sui punti in cui si è sentito maggior consolazione o desolazione o maggior sentimento spirituale (Esercizi Spirituali [62,2]).

Quando ho saputo che dovevo fare questo tipo di esercizio, sentii subito un po’ di frustrazione e mi chiesi: “Che cosa potrà dirmi di nuovo questo brano?” Questo pensiero mi ha accompagnato anche prima del mese di Esercizi e, infatti, mi è capitato spesso di meditare lo stesso brano del Vangelo con un atteggiamento abbastanza diffidente e insensibile. Questa volta, però, notavo che dietro alla mia frustrazione e insoddisfazione c’era una verità ancor più importante da scoprire: che il protagonista della preghiera non sono io e quelli che potrebbero essere i miei pensieri e le mie aspettative. Al contrario, è la presenza benevola del Signore che mi aspetta e desidera incontrarmi così come sono, anche se mi potrei sentire lontano da Lui.

Nella Lettera agli Ebrei, San Paolo scrive che la parola di Dio è viva, efficace e discerne i sentimenti e i pensieri del cuore (cfr. Eb 4,12); nel tenere ben presente questa verità, non sentivo più il bisogno di preoccuparmi nel meditare lo stesso brano e le stesse parole del Vangelo. Questa esperienza mi ha portato molta libertà interiore e mi ha insegnato a lasciar perdere le mie aspettative e tutti gli ideali che mi ponevo ancor prima di iniziare il momento della preghiera. Con questa disposizione d’animo, ho potuto affrontare e approfondire le diverse ripetizioni dei brani evangelici, osservando con maggior chiarezza come il Signore mi stesse parlando attraverso i movimenti interiori. Infatti, ci sono stati alcuni giorni specifici dove ho sperimentato più “gusto” durante la preghiera di ripetizione a confronto della prima contemplazione, che si dimostrò molto difficile e pesante.

Credo che questo metodo di Sant’Ignazio possa essere utile e valido non soltanto per la preghiera personale e comunitaria ma per la vita quotidiana di ognuno di noi. Spesso, ci ritroviamo a vivere delle giornate che sono un susseguirsi di avvenimenti, più o meno simili, e può essere che la prima reazione sia quella di lamentarci, forse anche arrenderci alla sorprese e alla bellezza che ci possono regalare. In un mondo dove la felicità pare che dipenda dalle novità del mercato e dai tanti piaceri mondani che appesantiscono l’anima e lasciano sempre più arido il cuore, fermarsi e prendersi del tempo per rileggere e approfondire il vero senso di quello che facciamo ogni giorno, può sembrare insensato e, addirittura, spreco di tempo. Questa tentazione è reale ed è presente in tutti noi, e potrebbe condurci a vivere la nostra quotidianità con mediocrità. Decidere di agire contro questa tentazione ci aiuterà a riconoscere la Sua presenza viva e consolante propria là dove tutto sembra noioso, sconosciuto e morto.

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