GESUITI noviziato
Noviziato della Provincia Euro-Mediterranea della Compagnia di Gesù
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Note di memoria

di Christian Lefta

Sacra o profana, leggera o impegnata la musica accompagna molte stagioni della vita di ciascuno di noi. In genere ogni stagione ha la sua musica, il suo cantautore o il gruppo di riferimento, e in qualche modo il gusto e il colore di alcuni ricordi intensi conducono inevitabilmente ad un motivo o ad un brano musicale, e viceversa. Dai canti di parrocchia alle schitarrate tra amici, dal cantautore impegnato ai tormentoni estivi i generi musicali riflettono a ben vedere la diversità non solo delle fasi di una vita ma anche, e qui è il caso di fermarsi a pensare, i tasselli che compongono il mosaico variegato dell’ identità personale. Credo che la rilettura o la condivisione del percorso musicale rappresenti una via di accesso tutt’altro che superficiale a strati profondi della memoria, e perciò della storia e dell’identità di ognuno.

Trovo questa prospettiva vera soprattuto per la mia esperienza personale e per la mia sensibilità. In questi primi mesi di vita comunitaria mi è capitato più volte di raccontare ai compagni di cammino pezzi della mia storia in contesti più o meno informali, nelle condivisioni più importanti o semplicemente a tavola durante i pasti. Più di una volta mi è capitato, o per meglio dire inconsapevolmente ho scelto, di tirar fuori una canzone e citare qualche verso o addirittura riprodurne il motivo. Quello che per alcuni potrebbe sembrare un espediente narrativo, per me è stato un vero e proprio momento di rivelazione: quel “pezzo” musicale era, è e forse lo sarà per sempre, un “pezzo” di me. Come non ricordare i brani di Guccini, da me tanto amato ai tempi del liceo? O i canti di Sequeri che ascoltavo da bambino in parrocchia? Se penso, poi, agli ultimi anni viene fuori un’insospettabile “anima rock” (per quelli che non mi conoscono): dai Led Zeppelin ai Coldplay, passando per i Pearl Jam.

Insomma, tutta questa varietà musicale rfilette la varietà del mosaico che sento di essere oggi, come percorso “storico” e soprattutto come personalità. Mi piace pensare che dietro questa varietà ci sia il Signore con la sua creatività, il vero Autore che crea e ri-crea ad ogni passo. Proprio come nell’esperienza del popolo d’Israele che nella memoria di una relazione trova la verità di ciò che è e può essere ancora, anche nel tempo dell’esilio: “un canto nella notte mi ritorna nel cuore:/ medito e il mio spirito si va interrognado” (Sal 77,6).

2021-03-10 Christian Lefta – novizio di primo anno

Mi ami?

di Pál Füszfás

In occasione della Pasqua vorrei condividere una mia esperienza degli esercizi spirituali.

Nell’ultima, quarta, settimana degli Esercizi Spirituali contempliamo Gesù risorto. Per me era particolarmente difficile stare dentro queste contemplazioni, all’inizio non capivo perché. Nella mia mente c’erano tanti pensieri distratti, per esempio su come costruire un telaio di bicicletta, in quale lato del tetto delle case vicine sarebbe opportuno mettere panelli fotovoltaici, o vedendo un campo mi venivano in mente tecnologie dell’agricoltura. Essendo un ingegnere (almeno in pectore) mi interessano tutti questi temi ma in quel tempo era assolutamente inutile pensare ad essi.

Era già il terzo giorno che stavo soffrendo per distrazioni di questo genere quando finalmente sono riuscito a dire la vera ragione: non mi piaceva questo Gesù risorto che non sta con i suoi e con il quale non posso stare semplicemente come prima. Viene quando vuole, rimane per 5 minuti, per un ora e poi se ne va. Si rende irriconoscibile e giocherella con i suoi discepoli.

Poi chiede: “Mi ami?” (apparizione di Gesù presso il mare di Tiberiade, Gv 21)

Il “buon cattolico” subito risponde in me: “Sì, Signore, certo, tu sai che ti amo”.

Ma questa volta c’è anche un’altra voce più sincera: “Come potrei amarti? Non stai con me, sempre vai via!”.

Finalmente so cosa non va. Sono sempre molto grato per questi momenti di sincerità. A volte purtroppo devo aspettare giorni, settimane, anni finché arrivino.

Poi è affascinante che velocemente un problema si può risolvere se lo riconosciamo.

Altre due parole mi vengono in aiuto: “Ed ecco: io sono con voi tutti i giorni, sino alla fine del mondo.” (Mt 28,20) Come?

L’altra: “E il re risponderà loro: In verità vi dico: tutto quello che avete fatto a uno dei più piccoli di questi miei fratelli, l’avete fatto a me.” (Mt 25,40).

Ecco: infatti, trovare e vedere Gesù nel prossimo (e in ogni cosa) è un compito per tutta la vita. Anzi, dobbiamo amarlo in tutto! Questa presenza nuova, strana, nascosta ci rende capaci di una carità decisamente maggiore. Se lui fosse rimasto fisicamente presente fra gli uomini, avrei corso il rischio di amarlo in modo esclusivo. Ma così, per Lui e in Lui, posso e devo amare tutto e tutti di più e sempre di più. O possiamo dire anche così: Posso e devo amare Lui in tutto e tutti.

 

Pál Füszfás

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