GESUITI noviziato
Noviziato della Provincia Euro-Mediterranea della Compagnia di Gesù
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Un deserto che rifiorisce

Lo scorso lunedì 4/03, nel pomeriggio, la comunità del Noviziato ha ricevuto la gradita visita di sua Em.za il Card. Angelo Bagnasco, arcivescovo metropolita di Genova. Sua Em.za si è intrattenuto con novizi e formatori per un incontro informale, in cui la comunità ha avuto la possibilità di attingere alla sua grande esperienza ministeriale, non soltanto in quanto pastore della Città e della Diocesi ma anche come Presidente emerito della
Conferenza Episcopale Italiana (CEI) e di Presidente in carica del Consiglio delle Conferenze Episcopali in Europa (CCEE).
Le domande della comunità hanno riguardato principalmente le sfide che la fede cristiana deve affrontare oggi nel continente europeo, investito dal “vento gelido” della secolarizzazione, che non accenna a calare. “Quali prospettive ha la Chiesa europea di fronte a sé? Verso quali orizzonti ci muoviamo?” – è stato chiesto al Cardinale.
La risposta di sua Em.za è stata – per certi versi – spiazzante in quanto, sulla base della propria lunga frequentazione delle istituzioni ecclesiali e politiche dell’Europa, l’Arcivescovo ha paragonato il panorama continentale a un “deserto che fiorisce”. Sua Em.za ha tenuto particolarmente ad evidenziare due cose: anzitutto che, “al di sotto del tappeto” mediatico – che rimanda una visione parziale della realtà – c’è tutto il brulicare
della vita quotidiana di tanta brava gente che, ovunque in Europa, è presa dai perenni interrogativi umani di senso, cui se ne aggiungono di nuovi, inediti, che hanno a che fare con le specificità della vita contemporanea. In secondo luogo, che “il miglior alleato del Vangelo è l’uomo” perché quanto più l’umanità è schiacciata da forze politiche e/o ideologiche che vorrebbero tenerla sottomessa tanto più essa sente in sé l’anelito a una
liberazione integrale che la porta naturalmente verso il Vangelo. E questo vale – con le dovute differenze – tanto per quei Paesi dell’Europa orientale che si sono liberati, nei decenni scorsi, dai regimi comunisti quanto per quei Paesi dell’Europa occidentale in cui è più avanzato il processo di secolarizzazione.
Infatti, se nei primi il ricordo del sangue versato a causa dei regimi totalitari è talmente vivo da funzionare come un complesso di vigili anticorpi a certi tentativi di colonizzazioni ideologica, nei secondi si assiste, un po’ a macchia di leopardo, al ritorno di alcune frange delle nuove generazioni alla vita di fede. Secondo Sua Em.za – che citava a tal proposito dati ed esperienze riportate da altri vescovi europei – tale ritorno è connotato da
un’intensa ricerca spirituale e dalla richiesta di essere aiutati a vivere un Vangelo “senza sconti”; sempre più spesso, esso trova il suo ambiente di riferimento in luoghi di spiritualità diversi dalle vita comunitaria istituzionale delle parrocchie (monasteri, conventi e centri di spiritualità a vario titolo).
Dopo il dialogo pomeridiano, l’Arcivescovo ha presieduto la celebrazione eucaristica e si è trattenuto a cena con la comunità.

Giovanni Lo Giudice, novizio del primo anno

Mi ami?

di Pál Füszfás

In occasione della Pasqua vorrei condividere una mia esperienza degli esercizi spirituali.

Nell’ultima, quarta, settimana degli Esercizi Spirituali contempliamo Gesù risorto. Per me era particolarmente difficile stare dentro queste contemplazioni, all’inizio non capivo perché. Nella mia mente c’erano tanti pensieri distratti, per esempio su come costruire un telaio di bicicletta, in quale lato del tetto delle case vicine sarebbe opportuno mettere panelli fotovoltaici, o vedendo un campo mi venivano in mente tecnologie dell’agricoltura. Essendo un ingegnere (almeno in pectore) mi interessano tutti questi temi ma in quel tempo era assolutamente inutile pensare ad essi.

Era già il terzo giorno che stavo soffrendo per distrazioni di questo genere quando finalmente sono riuscito a dire la vera ragione: non mi piaceva questo Gesù risorto che non sta con i suoi e con il quale non posso stare semplicemente come prima. Viene quando vuole, rimane per 5 minuti, per un ora e poi se ne va. Si rende irriconoscibile e giocherella con i suoi discepoli.

Poi chiede: “Mi ami?” (apparizione di Gesù presso il mare di Tiberiade, Gv 21)

Il “buon cattolico” subito risponde in me: “Sì, Signore, certo, tu sai che ti amo”.

Ma questa volta c’è anche un’altra voce più sincera: “Come potrei amarti? Non stai con me, sempre vai via!”.

Finalmente so cosa non va. Sono sempre molto grato per questi momenti di sincerità. A volte purtroppo devo aspettare giorni, settimane, anni finché arrivino.

Poi è affascinante che velocemente un problema si può risolvere se lo riconosciamo.

Altre due parole mi vengono in aiuto: “Ed ecco: io sono con voi tutti i giorni, sino alla fine del mondo.” (Mt 28,20) Come?

L’altra: “E il re risponderà loro: In verità vi dico: tutto quello che avete fatto a uno dei più piccoli di questi miei fratelli, l’avete fatto a me.” (Mt 25,40).

Ecco: infatti, trovare e vedere Gesù nel prossimo (e in ogni cosa) è un compito per tutta la vita. Anzi, dobbiamo amarlo in tutto! Questa presenza nuova, strana, nascosta ci rende capaci di una carità decisamente maggiore. Se lui fosse rimasto fisicamente presente fra gli uomini, avrei corso il rischio di amarlo in modo esclusivo. Ma così, per Lui e in Lui, posso e devo amare tutto e tutti di più e sempre di più. O possiamo dire anche così: Posso e devo amare Lui in tutto e tutti.

 

Pál Füszfás

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