GESUITI noviziato
Noviziato della Provincia Euro-Mediterranea della Compagnia di Gesù
iten
facebookTwitterGoogle+

Il canto nel giorno che declina

02 Gen 2023

Al calar della sera, se non attendiamo all’apostolato, ci ritroviamo insieme per celebrare i vespri, la preghiera serale della comunità cristiana.

Preghiamo per le nostre famiglie, per i nostri amici, per i nostri confratelli, per le persone incontrate nel nostro cammino affinché il ricordo tenga vivo il nostro affetto. Preghiamo con la nostra comunità, con i nostri compagni di cammino ovunque nel mondo, con quelli nella gioia e con quelli in difficoltà. Preghiamo con chi prega solo, con chi nella solitudine e nel silenzio d’un mondo affollato e caotico sussurra le parole del proprio cuore. Preghiamo con chi non sa pregare, con chi non trova le parole, con chi teme di aprire il proprio animo, con chi teme che il proprio grido cada nel vuoto o che sia accolto con giudizio e condanna. Preghiamo con chi non prega, con chi non ha voglia, con chi non ha tempo, con chi non trova qualcosa per cui ringraziare o per cui supplicare, né spera che Qualcuno ascolterà la sua gratitudine o la sua supplica.

La nostra preghiera si fonde alle mille voci della famiglia umana, alle lodi e alle suppliche, alle gioie e ai dolori, alla rabbia e alla pace, ai desideri e alle paure che animano i cuori degli uomini. Pregando usiamo parole che Cristo, che profeti e santi, che persone qualunque hanno usato prima di noi, unendo la nostra alla loro voce, al loro sentire, al loro vivere, al loro incontrare il Signore; mentre preghiamo riconosciamo l’eco delle voci di tutti nelle nostre, le nostre risuonano in quelle di Cristo e quelle di Cristo in noi.

La preghiera di ciascuno si fonde e si intreccia con la preghiera di tutti; nei salmi, nei cantici e negli inni, trovo le parole per esprimere i moti del cuore che condivido con quel salmista che si affidava a Dio millenni fa. Non io solo cerco, non io solo sento, non io solo amo: le parole di altri, di antichi, di lontani, mi ricordano che non sono solo. Quell’immagine, quell’espressione, quell’esperienza danno forma e luce al mio vivere interiore.

Nel pregare infondo a parole antiche il significato attualissimo e concreto della mia vita, quel battito unico del mio cuore. In quelle parole racconto la mia vita, rileggo il mio passato, scorgo tracce per il futuro. Come dalla medesima pietra focaia partono mille scintille, dalla stessa Parola s’infiammano mille vite.

L’intera vita, con il susseguirsi dei giorni e delle notti, delle azioni e dei pensieri, delle parole e dei silenzi, con la lode per la bellezza della vita, con il rispetto per il mistero di verità di ogni creatura e persona, con il servizio d’amore a Dio e agli uomini è preghiera, sacra e preziosa.

Al calar della sera, in comunione con tutti gli uomini e le donne, ci ritroviamo per celebrare la preghiera del popolo di Dio.

Nulla va nascosto davanti a Dio!

di Rajmund Haraszti

“(…) non essere più incredulo, ma credente!” – avrei potuto dire a me stesso prima di partire per il Mese Ignaziano. Infatti, il mio atteggiamento nei confronti degli Esercizi Spirituali assomigliava piuttosto a quello di San Tommaso apostolo nei confronti della risurrezione di Gesù.

Prima di entrare nella Compagnia, ho partecipato a diversi ritiri Ignaziani (di tre, cinque e otto giorni), ma non sono stati esattamente gli Esercizi Spirituali ciò che mi attiravano ai gesuiti. Non perché non mi piaccia stare in silenzio e dialogare col Signore in un’atmosfera intima, anzi! Prima di entrare, mentre abitavo in Norvegia, facevo ogni tanto dei “ritiri privati”, cioè scappavo dalla città, andavo in montagna e rimanevo in una baita per alcuni giorni. Da solo. In silenzio. Anche pregando. Non necessariamente con preghiere fisse (anche se il rosario lo portavo sempre con me), ma più che altro guardando il paesaggio e il cielo stellato (colorato spesso dall’aurora boreale), ammirando il Creatore, parlandoci e chiedendogli di darmi consigli e segni. E semplicemente godendo la Sua presenza.

Ma pregare su testi biblici, meditare e contemplare – questi modi di comunicare con Dio mi sembravano sempre un po’ lontani, strani, anche artificiosi. Non mi aiutava neanche la storia di San Francesco Saverio che si è convertito grazie agli Esercizi Spirituali, avendo resistito a lungo prima di abbandonare i suoi desideri mondani di prima. “E se neanche io non mi convertirò come Francesco durante questi trenta gironi?” – mi chiedevo con ansia.

Allo stesso tempo, le cose che promettono di cambiare la vita da un momento all’altro, mi rendono sempre sospettoso. Prima del Mese mi dicevo: “Mah, sinceramente, che cosa potrebbe succedere durante trenta giorni che non fosse successo durante gli ultimi trent’anni?” (Del resto, ho compiuto 31 anni proprio durante il Mese.)

Insomma, se non fossi entrato nella Compagnia, non credo che avrei mai fatto il Mese di Esercizi. Ma siccome sono entrato e il Mese viene considerato come l’esperienza più importante del noviziato, ho deciso di affrontare la situazione in maniera costruttiva.

Quindi, come ho superato il mio scetticismo? Molto semplice: parlandone nella preghiera con sincerità. Iniziando le meditazioni e le contemplazioni così: “Signore, Tu mi vedi, e vedi anche la mia resistenza. Vedi che la mia incredulità mi impedisce di mettermi in contatto con Te. Ma credo in Te, e sono sicuro che Tu puoi parlare a me nonostante la mia resistenza. Quindi, se vuoi dirmi qualcosa proprio durante questa preghiera, se vuoi farmi vedere o capire qualcosa proprio in questa contemplazione, rendimi capace di accogliere le Tue parole.”

E poi, entrando nella meditazione con calma, seguendo le istruzioni del libretto di Sant’Ignazio spiegate da P. Iosif, ho realizzato che questo metodo funziona, quando eseguito con sincerità e fiducia, senza nascondere nulla davanti a Dio, nemmeno gli atteggiamenti “sbagliati”, nemmeno i pensieri di cui “dovrei” vergognarmi etc. Il metodo, ma soprattutto lo Spirito. Funziona nel senso che facilita un vero dialogo col Signore, aiuta a contemplare le diverse scene della vita di Gesù, senza aspettare che la mia vita o il mio rapporto con Dio cambi magicamente. Riuscire ad esprimere i miei pensieri e sentimenti più profondi davanti a Gesù e sentire che Lui veramente mi ascolta, con tanta pazienza e tenerezza… ecco, forse non c’è bisogno di un miracolo più grande.

Se non fossi entrato nella Compagnia, non credo che avrei mai fatto il Mese di Esercizi. Adesso, invece, dopo averlo fatto, sono molto contento di essere entrato. E a dire la verità, sono diventato anche un po’ orgoglioso del nostro Padre Ignazio che, per mezzo degli Esercizi Spirituali, da quasi cinquecento anni, aiuta le anime, compresa la mia, ad avvicinarsi a Dio.

Chiudi notifica

Gesuitinetwork - Normativa Cookies

I cookies servono a migliorare i servizi che offriamo e a ottimizzare l'esperienza dell'utente. Proseguendo la navigazione senza modificare le impostazioni del browser, accetti di ricevere tutti i cookies del nostro sito. Qui trovi maggiori informazioni