GESUITI noviziato
Noviziato della Provincia Euro-Mediterranea della Compagnia di Gesù
iten
facebookTwitterGoogle+

Scoprire la biodiversità

09 Feb 2021

Durante l’ultimo incontro con gli educatori di ACR (Azione Cattolica Ragazzi) della parrocchia dove faccio apostolato abbiamo fatto un’attività in cui ogni giovane ha scritto su un foglio la sua caratteristica più significativa, come se si vedesse in uno specchio. Poi, nel secondo turno, sull’altro lato del foglio tutti gli altri giovani hanno scritto i pregi dei loro compagni. Il giorno dopo ho riflettuto su questa attività e ho provato ad applicarlo nella nostra comunità in noviziato. Rivedendo il cammino che abbiamo fatto insieme, la prima parola che è emersa è stata: gratitudine.

Sono grato perché posso testimoniare come il Signore sta lavorando nella vita di ognuno di noi. Sono grato, perché i buoni esempi degli altri mi spingono avanti nel mio cammino e mi aiutano nei momenti difficili. In altri momenti mi richiamano se ho dimenticato qualcosa o semplicemente aprono nuovi orizzonti. Sono grato, perché anche se non è sempre facile vivere la diversità tra di noi, ci sono sempre dei momenti in cui diventiamo veri doni per gli altri e così possiamo arricchirci l’un l’altro. Sono grato, perché tra loro e con il loro aiuto posso scoprire cosa significa essere il vero me stesso.

Continuando la riflessione a questo punto, mi è venuta l’immagine di un prato in cui si trovano diversi fiori e piccoli animali. Un ambiente dove c’è spazio per diverse specie. Questa scena rappresenta la fresca esperienza dei tre corsi che abbiamo appena finito. Tre diversi gesuiti, tre diverse personalità, tre diversi temi, tre diversi metodi di presentazione. Come se fossero tre diversi alberi in questo prato. Vivendo tutti e tre in modo profondo la spiritualità ignaziana, questi gesuiti ci hanno mostrato cosa significa condividere loro stessi attraverso le loro specializzazioni, usando i diversi doni e talenti delle loro personalità. Sono grato per questa diversità e per questa esperienza, perché mi aiutano a diventare l’immagine che Dio ha su di me.

2021-02-09 Dániel Tímár, novizio del secondo anno.

In “itinere” stat virtus – Riflessione sulla festa di San Stanislao

25 Nov 2025

 

Caro lettore, cara lettrice,

qualche giorno fa, il 13 novembre, la comunità del noviziato ha festeggiato una ricorrenza significativa: la festa di San Stanislao Kostka, patrono dei novizi gesuiti. Per noi è stata una fruttuosa occasione per trascorrere del tempo insieme, anche con altri gesuiti presenti a Genova: quelli della chiesa e del Gesù e coloro che invece era semplicemente di passaggio.

Le ricorrenze dei santi, però, ci aiutano anche a soffermarci e riflettere: chi era Stanislao Kostka e perché è diventato patrono dei novizi?

Stanislao, un giovane polacco proveniente da un casato nobile, nacque nel 1550 e morì a soli 18 anni nel 1568. Come molti novizi dopo di lui, conobbe i gesuiti durante i suoi studi: i genitori, infatti, lo avevano inviato insieme al fratello a Vienna, nel collegio dei gesuiti da poco fondato (siamo nei primi decenni della vita della Compagnia di Gesù). Il suo desiderio di entrare nell’ordine, maturato in quegli anni, fu molto osteggiato dai suoi genitori. Per questo scappò e percorse dapprima più di 500km da Vienna a Dillingen (Germania) dove incontrò San Pietro Canisio [v. immagine]; poi, con l’approvazione di quest’ultimo, si recò (sempre a piedi) a Roma per entrare nel noviziato dei Gesuiti a Sant’Andrea al Quirinale.

Quando morì, il 15 agosto 1568, era stato novizio per meno di un anno, ossia meno della metà del tempo di noviziato. Eppure è diventato nostro patrono! La domanda quindi sorge spontanea: come mai Stanislao è diventato santo, e per di più patrono?

Leggendo agiografie si scoprono tanti aneddoti che rivelano tratti di autentica santità. Ciò che mi colpisce maggiormente, però, è soprattutto l’aspetto del cammino.

Infatti, si potrebbe legittimamente pensare che Stanislao sia morto troppo giovane per vivere la propria vocazione! E se invece non fosse così? E se invece la sua vocazione fosse stata proprio quella di peregrinare per mezza Europa e morire appena entrato in noviziato?

Non abbiamo bisogno di essere qualcuno o avere qualcosa di diverso da quello che siamo e abbiamo per servire, amare e vivere con il Signore. Il lungo tempo di discernimento che la Compagnia ci offre prima e dopo il nostro ingresso in noviziato ci aiuta a cogliere il valore del momento presente. Ci invita a dare il nostro “sì” ogni giorno, lungo tutto il nostro cammino. Quante volte avrà Stanislao dato il suo “sì” mentre passo dopo passo percorreva centinaia di chilometri? Camminare verso il Signore, in fondo, è la vocazione di tutta la Chiesa e, di conseguenza, anche di ciascun suo membro.

Ci troviamo attualmente anche nel corso di un anno giubilare. La celebrazione del giubileo è una pratica stabile nella Chiesa almeno a partire dal 1300. Nel corso della storia, mettersi in viaggio non è mai stato semplice e tantomeno privo di pericoli. Perciò non era raro che qualcuno morisse in viaggio. Tuttavia, per la Chiesa, in quel caso, non importava che non uno fosse riuscito a far visita alle basiliche giubilari e compiere gli altri atti ordinariamente richiesti per lucrare l’indulgenza: era come se li avesse già compiuti.

Questo è un bel parallelo, secondo me, che ci mostra come il cammino e l’attesa abbiano un valore proprio e non siano semplicemente dei riempitivi. Essi sono necessari e hanno un valore pari a quello dell’obiettivo. Del resto, che cos’è un obiettivo raggiunto se non l’inizio di un nuovo cammino?

Il salmo 84 dice: “Beato chi trova in te la sua forza / e decide nel suo cuore il santo viaggio”. La forza per il suo lungo ed estenuante viaggio Stanislao non la trovò nelle sue gambe – o almeno, non solo! Il cammino verso il Signore che ciascuno di noi compie, inoltre, spesso non è nemmeno spaziale, ma è un cammino interiore, altrettanto impegnativo: quello del nostro cuore.

Possa San Stanislao ispirare e accompagnare anche te nella tappa del cammino verso il Signore che stai vivendo, qualunque essa sia!

 

Buon santo viaggio!

 

Elia Gittardi, novizio del primo anno.

Chiudi notifica

Gesuitinetwork - Normativa Cookies

I cookies servono a migliorare i servizi che offriamo e a ottimizzare l'esperienza dell'utente. Proseguendo la navigazione senza modificare le impostazioni del browser, accetti di ricevere tutti i cookies del nostro sito. Qui trovi maggiori informazioni