GESUITI noviziato
Noviziato della Provincia Euro-Mediterranea della Compagnia di Gesù
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L’estate è finita… così come il noviziato!

29 Set 2020

Genova, lunedì 21 settembre 2020.

È notte. È tardi. Non è una notte qualunque. È l’ultima notte prima di partire per Roma con destinazione San Saba. L’armadio l’ho svuotato di tutti i vestiti. Le valigie sono pronte oramai da alcune ore. E la stanza risuona così silenziosa. Come al solito, a queste ore.

Mentalmente ripercorro i giorni passati qui. Ritorno alla prima notte passata qui a Genova. Sono passati esattamente settecento ventidue giorni. Ripenso a quanto mi sentissi spaesato e, per certi versi, così fuori luogo, quando arrivai qui.

Oggi mi ritrovo qui e mi sembra di non aver mai vissuto veramente da nessuna altra parte. Forse fisicamente sì. Ma con il cuore no. Decisamente no!

Ripenso alle persone che ho incontrato in questi settecento ventidue giorni: formatori, compagni di ieri e di oggi, i ragazzi dell’apostolato di Sestri Ponente, e tutte le altre incontrate nei vari esperimenti. Rivedo i loro volti, i loro sorrisi. Mi sembra, quasi, di poter sentirne le voci.

I Rem cantavano che lasciare New York non è mai semplice… Si vede che non hanno mai fatto l’esperienza del noviziato!

È così strano andare via da un posto in cui ci si sente a casa. Eppure, in fondo al cuore, sento una grande pace. Nonostante tutte le possibili paure che si affacciano relative al mio futuro, mi sento tranquillo.

A poco più di una settimana dai primi voti, sento l’importanza di andare avanti. Riconosco la necessità di iniziare a camminare su questa nuova strada.

La tentazione di voler portare tutto dietro con me, persone, amicizie e luoghi, c’è. Tuttavia riconosco come sarebbe un volersi impadronire di qualcosa che mi è stato donato in gratuità e che non mi appartiene, non mi può appartenere talmente bello è!

“Tu me lo hai donato, a te, Signore, lo ridono;
   tutto è tuo, di tutto disponi”

Riconosco, quindi, come dentro a ognuno di questi settecento ventidue giorni ci sia stato il Signore ad accompagnarmi. E sono grato perché si è preso cura di me ogni singolo giorno.

Giovanni Barbone, scolastico gesuita

“Beato chi trova in te la sua forza e decide nel suo cuore il santo viaggio” (Sal 83,6)

di Daniele Angiuli

Ogni pellegrino che lascia la propria casa, i propri affetti, per intraprendere un viaggio, porta con sé emozioni contrastanti: da una parte la gioia di mettersi in marcia, di incontrare luoghi di inedita bellezza e sguardi nuovi da incrociare; dall’altra nostalgia per ciò che lascia, per le persone da cui si separa, sapendo però che l’amore va ben al di là delle distanze geografiche. Soprattutto è animato dal desiderio di “arricchirsi” lungo la strada, non tanto di souvenirs quanto di incontri capaci di trasformarlo, di “lasciarsi fare” dal cammino più che “fare” il cammino.

Credo che siano stati animati da sentimenti simili gli uomini e le donne di cui ci narra il Vangelo che, lasciandosi alle spalle occupazioni, relazioni, si sono messi alla sequela del Rabbì di Nazaret, che ha insegnato da una “cattedra itinerante” e ha affascinato molti con la forza del suo sguardo e dei suoi gesti.. Tra i tanti nomi c’è Pietro, chiamato dal mare di Galilea al mare dell’umanità; Matteo, invitato a volgere lo sguardo verso un Amore senza misura; Maria di Magdala, liberata dall’Amore e chiamata ad essere apostola della Resurrezione.

Ma tra questi nomi ci sono anche i nostri, oggi: Jacopo, Paolo, Andras, Gabor, Soheil, Paolo, Daniele, giovani con dei sogni nel cuore, caratterizzati da fragilità e punti di forza. Dal 1 Ottobre abbiamo iniziato un cammino nella comunità del noviziato di Genova, per entrare in una relazione più intima con il Signore, conoscere meglio noi stessi e lo stile di vita che ci rende felici e rende felici gli altri.

Ciascuno di noi ha lasciato una parte di sé, attratti da uno Sguardo e mossi dal desiderio di una vita piena, per poter essere “uomini fino in fondo, anzi fino in cima”, come affermava don Tonino Bello. Non mancano di certo paure rispetto al futuro che ci attende, ma abbiamo fiducia in Colui che si fa nostro Compagno di viaggio che, come per i discepoli di Emmaus, ascolta le nostre preoccupazioni, accoglie le nostre sconfitte, riaccende la speranza.

Un mese fa, il 16 ottobre 2023, siamo entrati in seconda probazione, un tempo favorevole per andare in profondità alla Parola, agli scritti del Padre Fondatore Sant’Ignazio, attraverso la vita di preghiera, lo studio, la vita fraterna.

La possibilità di avere attualmente una giornata scandita da tempi precisi, dei luoghi in cui poter contemplare la bellezza del creato, delle persone adulte nella fede con cui confrontarsi, dei compagni su cui poter fare affidamento, è davvero un dono grande di Dio che speriamo di custodire e far fruttificare.

Ma anche il tuo nome, caro lettore, cara lettrice, è chiamato con amore dal Maestro: non ci chiede di essere perfetti per metterci in cammino, ma il desiderio di osare e la volontà di affidarci a Lui, così come siamo per lasciarci da Lui plasmare. Per noi e per te, homo viator, l’augurio caro al mondo scout: “Buona strada!

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