GESUITI noviziato
Noviziato della Provincia Euro-Mediterranea della Compagnia di Gesù
iten
facebookTwitterGoogle+

Intervista con p. Iosif Şandoru SJ

di P. Iosif Şandoru – Socio

Padre Iosif è da settembre 2020 il nuovo socio del maestro qui in noviziato. Aiuta quindi a formare i novizi. Potete leggere una sua descrizione della sua vita nella Compagnia di Gesù qua.
In questa intervista risponde brevemente a sette domande:

Dal 2006 al 2008 hai fatto il noviziato proprio qui a Villa S. Ignazio di Genova. Come ricordi quel tempo?
C’era in casa una grande diversità di persone, provenienti da vari luoghi, come per una grande festa. Mi dava la sensazione del Regno di Dio. Per me è stato un tempo di avventura, generalmente gioioso, per certi versi faticoso, ma vissuto con l’incoscienza e la temerità di un bambino. Tempo di incontri, esplorazione, dilatazione degli orizzonti.

Cosa è cambiato in noviziato da allora?
Ci sono meno novizi, ma questo è solo temporaneo. Alcune attività interne hanno cambiato le modalità di svolgimento. La casa è più frequentata da vari gruppi e persone che desiderano prendere un tempo di preghiera o fare esercizi spirituali. Poi noto che si dà priorità agli apostolati “di periferia”. Per il resto, le dinamiche, proprie di questo tempo di formazione, sono rimaste sostanzialmente le stesse.

C’è un’esperienza nel tuo tempo in noviziato che ha segnato in modo speciale il tuo modo di essere gesuita?
La presenza dei fratelli gesuiti, con la loro saggezza pragmatica, è stata molto significativa. In noviziato ho imparato di affidarmi non solo individualmente al Signore che mi guida, ma ad avere fiducia anche nelle mediazioni da lui donate (i superiori, i compagni, gli eventi), per quanto siano esse imperfette. Nell’apostolato ho scoperto poi che importante è amare e lavorare (in questo ordine) e che, nella sequela del Re, anche gli insuccessi possono essere celebrati.

Sei arrivato in noviziato a settembre dopo due anni e mezzo da viceparroco a Satu Mare in Romania. E’ stato difficile lasciare la vita là, o c’è una cosa della vita di parrocchia che ti manca qui?
Mi mancano la mobilità della pastorale parrocchiale e forse anche la semplicità di vita che ho vissuto nella mia Romania. L’esperienza della parrocchia è stata ricchissima e mi ha fatto molto bene l’immersione nel vivo del popolo di Dio. Mi sento ancora legato affettivamente con molte persone che ho lasciato. D’altra parte, sono abbastanza flessibile come persona e mi sono adattato al nuovo ambiente, direi senza molti sobbalzi.

Che cosa desideri di più che la tua permanenza può fare per il noviziato?
Ancora sto scoprendo il mio ruolo qui. Per il momento, semplicemente voglio camminare insieme ai compagni che il Signore mi mette accanto ed essere d’aiuto per qualcuno.

Puoi condividere con noi una desolazione che ti ha colpito negli ultimi tempi?
Mi ha profondamente scosso la mancanza improvvisa di un amico d’infanzia.

Puoi menzionare una consolazione che hai ricevuto negli ultimi tempi?
Ne dico due. La prima è che ogni volta che ho l’occasione di condividere la Parola di Dio con la gente mi sento rigenerato. La seconda è che l’anno prossimo sarò zio per la quinta volta… Questo mi da speranza.

“Beato chi trova in te la sua forza e decide nel suo cuore il santo viaggio” (Sal 83,6)

di Daniele Angiuli

Ogni pellegrino che lascia la propria casa, i propri affetti, per intraprendere un viaggio, porta con sé emozioni contrastanti: da una parte la gioia di mettersi in marcia, di incontrare luoghi di inedita bellezza e sguardi nuovi da incrociare; dall’altra nostalgia per ciò che lascia, per le persone da cui si separa, sapendo però che l’amore va ben al di là delle distanze geografiche. Soprattutto è animato dal desiderio di “arricchirsi” lungo la strada, non tanto di souvenirs quanto di incontri capaci di trasformarlo, di “lasciarsi fare” dal cammino più che “fare” il cammino.

Credo che siano stati animati da sentimenti simili gli uomini e le donne di cui ci narra il Vangelo che, lasciandosi alle spalle occupazioni, relazioni, si sono messi alla sequela del Rabbì di Nazaret, che ha insegnato da una “cattedra itinerante” e ha affascinato molti con la forza del suo sguardo e dei suoi gesti.. Tra i tanti nomi c’è Pietro, chiamato dal mare di Galilea al mare dell’umanità; Matteo, invitato a volgere lo sguardo verso un Amore senza misura; Maria di Magdala, liberata dall’Amore e chiamata ad essere apostola della Resurrezione.

Ma tra questi nomi ci sono anche i nostri, oggi: Jacopo, Paolo, Andras, Gabor, Soheil, Paolo, Daniele, giovani con dei sogni nel cuore, caratterizzati da fragilità e punti di forza. Dal 1 Ottobre abbiamo iniziato un cammino nella comunità del noviziato di Genova, per entrare in una relazione più intima con il Signore, conoscere meglio noi stessi e lo stile di vita che ci rende felici e rende felici gli altri.

Ciascuno di noi ha lasciato una parte di sé, attratti da uno Sguardo e mossi dal desiderio di una vita piena, per poter essere “uomini fino in fondo, anzi fino in cima”, come affermava don Tonino Bello. Non mancano di certo paure rispetto al futuro che ci attende, ma abbiamo fiducia in Colui che si fa nostro Compagno di viaggio che, come per i discepoli di Emmaus, ascolta le nostre preoccupazioni, accoglie le nostre sconfitte, riaccende la speranza.

Un mese fa, il 16 ottobre 2023, siamo entrati in seconda probazione, un tempo favorevole per andare in profondità alla Parola, agli scritti del Padre Fondatore Sant’Ignazio, attraverso la vita di preghiera, lo studio, la vita fraterna.

La possibilità di avere attualmente una giornata scandita da tempi precisi, dei luoghi in cui poter contemplare la bellezza del creato, delle persone adulte nella fede con cui confrontarsi, dei compagni su cui poter fare affidamento, è davvero un dono grande di Dio che speriamo di custodire e far fruttificare.

Ma anche il tuo nome, caro lettore, cara lettrice, è chiamato con amore dal Maestro: non ci chiede di essere perfetti per metterci in cammino, ma il desiderio di osare e la volontà di affidarci a Lui, così come siamo per lasciarci da Lui plasmare. Per noi e per te, homo viator, l’augurio caro al mondo scout: “Buona strada!

Chiudi notifica

Gesuitinetwork - Normativa Cookies

I cookies servono a migliorare i servizi che offriamo e a ottimizzare l'esperienza dell'utente. Proseguendo la navigazione senza modificare le impostazioni del browser, accetti di ricevere tutti i cookies del nostro sito. Qui trovi maggiori informazioni