GESUITI noviziato
Noviziato della Provincia Euro-Mediterranea della Compagnia di Gesù
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Intervista con Umberta Parodi, insegnante di greco antico

19 Dic 2020

Una volta alla settimana abbiamo lezione di greco antico. Da più di 10 anni la professoressa Umberta Parodi insegna ai novizi e dunque ha la possibilità di conoscere le nuove generazioni di Gesuiti. Ecco un’ intervista, per conoscerla meglio.

Non è soltanto nel noviziato che hai incontrato la Compagnia di Gesù, ma sei stata influenzata dall’incontro con vari gesuiti nella tua vita. Puoi raccontare un po’ come loro hanno lasciato un impatto in te?
Il primo gesuita che ho incontrato era p. Giuseppe Carena, responsabile della cosiddetta “messa dei poveri” a S. Marcellino. Ho fatto il volontariato lì dal 1970, e ho conosciuto Alberto Remondini, che poi è entrato in Compagnia. Insieme abbiamo fatto un dopo-scuola per i bambini del centro storico, diventato con il passare del tempo una cooperativa di servizio sociale, il Cesto.
P. Maurizio Costa, rettore dell’Istituto Arecco, è stato padre spirituale mio e di mio marito, e ci ha preparato al matrimonio. Ci ha anche seguito dopo. Poi c’è il p. Biagio Spessa, che era amicissimo di mio marito, ed è stato molto vicino alla nostra famiglia. Era docente all’Arecco, intelligentissimo, ma anche molto umile.

C’è una cosa che caratterizza i novizi che hai incontrato in questi anni?
L’atteggiamento della ricerca accomuna tutti quelli che ho incontrato. Sono venuti qui in ricerca della strada giusta, e sono stati lasciati liberi per uscire, se la loro strada era altrove. È anche bello vedere che sia lasciato spazio per le loro personalità tanto diverse.
Nelle lezioni non impariamo soltanto la grammatica e l’etimologia di varie parole, ma insieme leggiamo anche il brano del Vangelo della domenica successiva. Qual è il tuo rapporto con il Vangelo ed è in qualche modo cambiato nel corso degli anni?
Da ragazza avevo letto i vangeli con un frate francescano, e sono quindi molti anni che leggo il Vangelo. Ma solo quando ho cominciato ad insegnare qui in noviziato, ho cominciato a fare un approfondimento linguistico, che permette di scoprire spiragli ed orizzonti spirituali notevolissimi. In realtà, potrei fare questo per ogni domenica, ma lo faccio solo quando preparo le lezioni, perché il cammino di fede è un cammino di comunità. È quello che ho scoperto qua. Perciò spero ogni anno che il maestro mi confermi per l’anno successivo.

Puoi condividere con noi una desolazione ricevuta in quest’ultimo tempo?
Una figlia di un’amica è morta di cancro da poco a solo 40 anni, ma non aveva condiviso con la famiglia il fatto che era ammalata, e questo è stata una grande sofferenza.

Puoi condividere con noi una consolazione ricevuta in quest’ultimo tempo?
Che gli spazi per l’incontro con gli altri e con Dio ci sono, quando ci mettiamo in un atteggiamento di accoglienza.

2020-12-19

“Beato chi trova in te la sua forza e decide nel suo cuore il santo viaggio” (Sal 83,6)

di Daniele Angiuli

Ogni pellegrino che lascia la propria casa, i propri affetti, per intraprendere un viaggio, porta con sé emozioni contrastanti: da una parte la gioia di mettersi in marcia, di incontrare luoghi di inedita bellezza e sguardi nuovi da incrociare; dall’altra nostalgia per ciò che lascia, per le persone da cui si separa, sapendo però che l’amore va ben al di là delle distanze geografiche. Soprattutto è animato dal desiderio di “arricchirsi” lungo la strada, non tanto di souvenirs quanto di incontri capaci di trasformarlo, di “lasciarsi fare” dal cammino più che “fare” il cammino.

Credo che siano stati animati da sentimenti simili gli uomini e le donne di cui ci narra il Vangelo che, lasciandosi alle spalle occupazioni, relazioni, si sono messi alla sequela del Rabbì di Nazaret, che ha insegnato da una “cattedra itinerante” e ha affascinato molti con la forza del suo sguardo e dei suoi gesti.. Tra i tanti nomi c’è Pietro, chiamato dal mare di Galilea al mare dell’umanità; Matteo, invitato a volgere lo sguardo verso un Amore senza misura; Maria di Magdala, liberata dall’Amore e chiamata ad essere apostola della Resurrezione.

Ma tra questi nomi ci sono anche i nostri, oggi: Jacopo, Paolo, Andras, Gabor, Soheil, Paolo, Daniele, giovani con dei sogni nel cuore, caratterizzati da fragilità e punti di forza. Dal 1 Ottobre abbiamo iniziato un cammino nella comunità del noviziato di Genova, per entrare in una relazione più intima con il Signore, conoscere meglio noi stessi e lo stile di vita che ci rende felici e rende felici gli altri.

Ciascuno di noi ha lasciato una parte di sé, attratti da uno Sguardo e mossi dal desiderio di una vita piena, per poter essere “uomini fino in fondo, anzi fino in cima”, come affermava don Tonino Bello. Non mancano di certo paure rispetto al futuro che ci attende, ma abbiamo fiducia in Colui che si fa nostro Compagno di viaggio che, come per i discepoli di Emmaus, ascolta le nostre preoccupazioni, accoglie le nostre sconfitte, riaccende la speranza.

Un mese fa, il 16 ottobre 2023, siamo entrati in seconda probazione, un tempo favorevole per andare in profondità alla Parola, agli scritti del Padre Fondatore Sant’Ignazio, attraverso la vita di preghiera, lo studio, la vita fraterna.

La possibilità di avere attualmente una giornata scandita da tempi precisi, dei luoghi in cui poter contemplare la bellezza del creato, delle persone adulte nella fede con cui confrontarsi, dei compagni su cui poter fare affidamento, è davvero un dono grande di Dio che speriamo di custodire e far fruttificare.

Ma anche il tuo nome, caro lettore, cara lettrice, è chiamato con amore dal Maestro: non ci chiede di essere perfetti per metterci in cammino, ma il desiderio di osare e la volontà di affidarci a Lui, così come siamo per lasciarci da Lui plasmare. Per noi e per te, homo viator, l’augurio caro al mondo scout: “Buona strada!

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