GESUITI noviziato
Noviziato della Provincia Euro-Mediterranea della Compagnia di Gesù
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Dio è paziente

13 Dic 2019

Tutti sentiamo il bisogno di nuove possibilità. Tutti speriamo in una “seconda tavola di salvezza”, tutti desideriamo di trovare, strada facendo, quel “gancio in mezzo al cielo” cantato qualche anno fa da Claudio Baglioni. Forse perché l’essere umano è un cantiere sempre aperto, una persona è sempre in costruzione. Ci sono due parabole evangeliche che mi piace particolarmente rileggere alla luce della mia esperienza: quella dei “talenti” (Mt 25, 14-30) e quella degli operai chiamati a lavorare nella vigna in diverse ore della giornata (Mt 20, 1-16). Nella prima, Gesù ci ricorda la ricchezza di doni che Dio pone nelle nostre mani nel corso della vita. La sua conclusione, però, è molto esigente: questo tesoro, questa ricchezza di doni, o la accogli con amore e creatività, mettendola a frutto, oppure la perdi per sempre. Nell’altra parabola invece il Signore sembra ricordarci che c’è sempre, nella vita, una nuova possibilità, a tutte le ore, anche nelle più improbabili. Il Padre ci mette sempre a disposizione nuove possibilità per valorizzare, riorganizzare, far fruttificare la nostra vita. Per dirla con qualche titolo di Ignazio Silone, ci sono sempre per noi un’uscita di sicurezza, vino e pane nuovi per saziare la sete e la fame emerse lungo il cammino, c’è sempre in noi un seme sotto la neve pronto a germogliare per ridare slancio alle avventure di ogni povero cristiano. Dio è paziente e non smette di reiterare a noi, ad ogni ora della nostra giornata terrena, il dono più importante, la chiamata alla santità, cioè alla felicità piena. Il salario ci è assicurato nella sua pienezza, a qualunque ora abbiamo timbrato il cartellino. Persino i richiami al buon senso, dietro i quali si nascondono a volte le nostre piccole invidie o rivalità, per Dio non contano nulla. Solo ci chiede di fidarci di lui, anche quando, ad orari e in circostanze insolite, ci chiama a percorrere un cammino speciale come il noviziato nella Compagnia di Gesù, così com’è successo a me.

Massimo Sebastiani

“Beato chi trova in te la sua forza e decide nel suo cuore il santo viaggio” (Sal 83,6)

di Daniele Angiuli

Ogni pellegrino che lascia la propria casa, i propri affetti, per intraprendere un viaggio, porta con sé emozioni contrastanti: da una parte la gioia di mettersi in marcia, di incontrare luoghi di inedita bellezza e sguardi nuovi da incrociare; dall’altra nostalgia per ciò che lascia, per le persone da cui si separa, sapendo però che l’amore va ben al di là delle distanze geografiche. Soprattutto è animato dal desiderio di “arricchirsi” lungo la strada, non tanto di souvenirs quanto di incontri capaci di trasformarlo, di “lasciarsi fare” dal cammino più che “fare” il cammino.

Credo che siano stati animati da sentimenti simili gli uomini e le donne di cui ci narra il Vangelo che, lasciandosi alle spalle occupazioni, relazioni, si sono messi alla sequela del Rabbì di Nazaret, che ha insegnato da una “cattedra itinerante” e ha affascinato molti con la forza del suo sguardo e dei suoi gesti.. Tra i tanti nomi c’è Pietro, chiamato dal mare di Galilea al mare dell’umanità; Matteo, invitato a volgere lo sguardo verso un Amore senza misura; Maria di Magdala, liberata dall’Amore e chiamata ad essere apostola della Resurrezione.

Ma tra questi nomi ci sono anche i nostri, oggi: Jacopo, Paolo, Andras, Gabor, Soheil, Paolo, Daniele, giovani con dei sogni nel cuore, caratterizzati da fragilità e punti di forza. Dal 1 Ottobre abbiamo iniziato un cammino nella comunità del noviziato di Genova, per entrare in una relazione più intima con il Signore, conoscere meglio noi stessi e lo stile di vita che ci rende felici e rende felici gli altri.

Ciascuno di noi ha lasciato una parte di sé, attratti da uno Sguardo e mossi dal desiderio di una vita piena, per poter essere “uomini fino in fondo, anzi fino in cima”, come affermava don Tonino Bello. Non mancano di certo paure rispetto al futuro che ci attende, ma abbiamo fiducia in Colui che si fa nostro Compagno di viaggio che, come per i discepoli di Emmaus, ascolta le nostre preoccupazioni, accoglie le nostre sconfitte, riaccende la speranza.

Un mese fa, il 16 ottobre 2023, siamo entrati in seconda probazione, un tempo favorevole per andare in profondità alla Parola, agli scritti del Padre Fondatore Sant’Ignazio, attraverso la vita di preghiera, lo studio, la vita fraterna.

La possibilità di avere attualmente una giornata scandita da tempi precisi, dei luoghi in cui poter contemplare la bellezza del creato, delle persone adulte nella fede con cui confrontarsi, dei compagni su cui poter fare affidamento, è davvero un dono grande di Dio che speriamo di custodire e far fruttificare.

Ma anche il tuo nome, caro lettore, cara lettrice, è chiamato con amore dal Maestro: non ci chiede di essere perfetti per metterci in cammino, ma il desiderio di osare e la volontà di affidarci a Lui, così come siamo per lasciarci da Lui plasmare. Per noi e per te, homo viator, l’augurio caro al mondo scout: “Buona strada!

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