Sono le 5:10 del 18 giugno 2020. Il sole ha già cominciato ad illuminare il cielo che a sua volta rimbalza la luce sulle verdi colline e sulle nuvole bianco-arancioni.
Alle 6:05 partiamo per il sentiero che porta, attraverso la cresta, verso l’anello dei forti di Genova.
La prima ora del cammino si svolge nel silenzio e nella preghiera dei pellegrini che contemplano i doni e le bellezze di Dio nella loro vita e nella natura che li circonda.
Ci troviamo immersi in una mattinata splendida, col sole che ci tocca e ci riscalda dietro una nebbia grigia e brillante, salita sulle cime delle colline, che aiuta la preghiera e rallegra la calma. Si sente che, nonostante tutto, il mondo è ancora pieno di bellezza e di bontà: nel passato, nel presente e nel futuro. Arriviamo vicini al forte Fratello Minore, alle 7:40, il silenzio di alcuni si è trasformato in discorsi e in canzoni allegre. Scendendo dobbiamo aspettarci, adeguarci agli altri per creare un gruppo unito, perché le nostre guide possano trovare la strada giusta, discernendola nelle cartine e chiedendo indicazioni in un labirinto di stradine e case nella val Polcevera, a Bolzaneto. Passando sopra e sotto alcuni ponti, camminando sul duro asfalto, arriviamo al paesino di Geo, dove finalmente troviamo delle indicazioni per la Guardia. Qui ci dividiamo in diversi gruppi e puntiamo dritti verso la cima. Discorsi, silenzi, natura, preghiera. Fatica, per alcuni minore, per altri maggiore. Paura della pioggia prevista, che aumenta alla vista delle nuvole e della nebbia. Alle 11:20 arriviamo ai primi edifici del complesso del santuario passando affianco alla statua di don Orione, che è ancora in preghiera, davanti alla Madonna, per capire quale strada prendere in uno degli snodi importanti della sua vita.
Nel tempo di circa un’ora, piano piano, arrivano tutti i gruppetti di pellegrini nei quali ci eravamo divisi durante la salita, rispettando la velocità di ognuno. Arrivano anche quelli che vengono da casa con le macchine per portarci il cibo e per riportarci indietro dopo la messa. Con loro ci sono pure quelli che non potevano venire con noi a piedi.
Insieme abbiamo vissuto un pranzo bellissimo e una messa toccante.
Il vangelo parla della preghiera semplice del Padre nostro, perfetta conclusione di questa giornata, che è stata piena di semplicità. Semplicità nel cammino, nella gioia della natura, nella preghiera, nelle condivisioni, nella stanchezza.
Maria, che ci insegna a pregare e a essere semplici, ci ha donato un’esperienza consolante che spero porteremo con noi nei nostri viaggi estivi, custodendola nei nostri cuori.
Urban Gartner, novizio del secondo anno