Mi permetto di prendere in prestito le parole che compongono il titolo di una bella canzone di Niccolò Fabi, uscita nel 2016 come ottava traccia all’interno dell’album Una somma di piccole cose, per descrivere la strana bellezza di un tempo come quello estivo in noviziato. La casa si svuota, la comunità si disperde nei molti e diversi esperimenti, i soliti orari e i piccoli riti quotidiani che ritmano la vita in noviziato si sfilacciano per un attimo aprendosi a imprevedibili varianti. In questi casi uno sguardo attento coglie, all’interno dell’ovvio e del banale, un significato inedito, che è sempre stato lì ma che forse non vedevamo.
Tra un esperimento estivo e l’altro può capitare al novizio di dover fare base per qualche giorno proprio in noviziato. Sono delle singolari pause all’interno del grande via vai estivo, dei pit stop secondo me molto interessanti; ed è ciò che sto vivendo proprio in questi giorni a casa, in noviziato, a Genova. Le chiavi di casa rappresentano, forse, precisamente questa segreta possibilità di fare base, di rientrare, di fermarsi, di ritrovare qualcosa di familiare che permette di ritrovar-si. Trovare in tasca le chiavi di casa non vuol dire allora ri-trovare esattamente questa possibilità di viaggiare senza perdersi, di andare nel mondo senza smarrirsi, e perciò di poter tornare a casa anche solo per un attimo? Ritrovare le chiavi di casa non è forse poter ritrovare qualcosa di familiare e così, per un attimo, ritrovare se stessi? “Stai attento alle correnti / E non scordarti /Le chiavi di casa“.
2021-07-04