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Noviziato della Provincia Euro-Mediterranea della Compagnia di Gesù
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Il cuore del carciofo

di Alessandro Di Mauro

Ogni tanto, da quando sono in noviziato, il fratello coadiutore che gestisce la casa e quindi una delle sue parti più importanti, la cucina, finita la colazione, m’invita a pulire i carciofi per poterli mangiare a cena. Mi raccomanda di andare al cuore! Perché è la parte buona da mangiare. Per arrivare a quella parte è necessario togliere tutte le
brattee esterne del carciofo, che sono le sue foglie (https://www.viedellasalute.it/index.php/2019/03/27/carciofo-cynara-conosciamolo-meglio/).

Questo lavoro va a eleminare circa il 70% del carciofo, e ogni volta mi sono chiesto se avesse senso
eliminare tutta quella parte dura solo per arrivare al cuore! Fin quando ho avuto l’opportunità di vivere gli esercizi spirituali di Sant’Ignazio in uno degli esperimenti che ci vengono proposti qui in noviziato durante il primo anno e ne ho capito il senso profondo: per ordinare la nostra vita ed essere in grado di fare delle scelte consapevoli e che portino vera gioia bisogna andare al centro del nostro cuore e della nostra mente e liberarli da quelli, che
Sant’Ignazio chiama, le affezioni disordinate (Esercizi spirituali (ES) n.1).

Durante le quattro settimane degli esercizi ho vissuto dei momenti di preghiera e di meditazioni per
identificare queste affezioni disordinate andando al cuore della mia vita! Come per togliere tutte le brattee
del carciofo, il processo è stato, a volte, doloroso e spesso è stato necessario togliere molto del mio modo
di pensare e di vivere per giungere al centro del mio cuore, e li, poter ascoltare la voce di Dio e scoprirmi
creatura amata dal Signore, con il desiderio di vivere la mia vita per ‘lodare, riverire e servire Dio nostro
Signore’ (ES n.23).

Il Signore mi ha dato la grazia, in questi giorni, di stare con Lui, di contemplarlo amando il suo modo di fare, la sua compassione, le sue amicizie e comprendere come parla al mio cuore. Durante gli esercizi mi sono sentito anche desolato davanti ad alcuni brani che mi sono stati proposti, ho scoperto che il mio amore è insufficiente ad amarlo come vorrei. Non è stato facile scoprirmi limitato ma c’è sempre stata la sua mano pronta a farmi sentire comunque amato da Lui e questo è bastato a risollevarmi. Per la prima volta il mio limite è stato utile per capire meglio il mio rapporto con Lui. Come ha scritto San Paolo nella seconda lettera ai Corinzi «Ti basta la mia grazia; la forza, infatti, si manifesta pienamente nella debolezza» (2 Cor 12, 9): ecco la sua grazia basta.

Ora capisco bene perché è necessario togliere tutte le brattee dal carciofo: per poter gustare e sentire a
pieno la Sua bontà!

Alessandro Di Mauro

“Beato chi trova in te la sua forza e decide nel suo cuore il santo viaggio” (Sal 83,6)

17 Nov 2023

Ogni pellegrino che lascia la propria casa, i propri affetti, per intraprendere un viaggio, porta con sé emozioni contrastanti: da una parte la gioia di mettersi in marcia, di incontrare luoghi di inedita bellezza e sguardi nuovi da incrociare; dall’altra nostalgia per ciò che lascia, per le persone da cui si separa, sapendo però che l’amore va ben al di là delle distanze geografiche. Soprattutto è animato dal desiderio di “arricchirsi” lungo la strada, non tanto di souvenirs quanto di incontri capaci di trasformarlo, di “lasciarsi fare” dal cammino più che “fare” il cammino.

Credo che siano stati animati da sentimenti simili gli uomini e le donne di cui ci narra il Vangelo che, lasciandosi alle spalle occupazioni, relazioni, si sono messi alla sequela del Rabbì di Nazaret, che ha insegnato da una “cattedra itinerante” e ha affascinato molti con la forza del suo sguardo e dei suoi gesti.. Tra i tanti nomi c’è Pietro, chiamato dal mare di Galilea al mare dell’umanità; Matteo, invitato a volgere lo sguardo verso un Amore senza misura; Maria di Magdala, liberata dall’Amore e chiamata ad essere apostola della Resurrezione.

Ma tra questi nomi ci sono anche i nostri, oggi: Jacopo, Paolo, Andras, Gabor, Soheil, Paolo, Daniele, giovani con dei sogni nel cuore, caratterizzati da fragilità e punti di forza. Dal 1 Ottobre abbiamo iniziato un cammino nella comunità del noviziato di Genova, per entrare in una relazione più intima con il Signore, conoscere meglio noi stessi e lo stile di vita che ci rende felici e rende felici gli altri.

Ciascuno di noi ha lasciato una parte di sé, attratti da uno Sguardo e mossi dal desiderio di una vita piena, per poter essere “uomini fino in fondo, anzi fino in cima”, come affermava don Tonino Bello. Non mancano di certo paure rispetto al futuro che ci attende, ma abbiamo fiducia in Colui che si fa nostro Compagno di viaggio che, come per i discepoli di Emmaus, ascolta le nostre preoccupazioni, accoglie le nostre sconfitte, riaccende la speranza.

Un mese fa, il 16 ottobre 2023, siamo entrati in seconda probazione, un tempo favorevole per andare in profondità alla Parola, agli scritti del Padre Fondatore Sant’Ignazio, attraverso la vita di preghiera, lo studio, la vita fraterna.

La possibilità di avere attualmente una giornata scandita da tempi precisi, dei luoghi in cui poter contemplare la bellezza del creato, delle persone adulte nella fede con cui confrontarsi, dei compagni su cui poter fare affidamento, è davvero un dono grande di Dio che speriamo di custodire e far fruttificare.

Ma anche il tuo nome, caro lettore, cara lettrice, è chiamato con amore dal Maestro: non ci chiede di essere perfetti per metterci in cammino, ma il desiderio di osare e la volontà di affidarci a Lui, così come siamo per lasciarci da Lui plasmare. Per noi e per te, homo viator, l’augurio caro al mondo scout: “Buona strada!

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