Poco tempo fa noi novizi del primo anno siamo tornati nella casa del noviziato dopo aver vissuto il primo e più importante esperimento di questo periodo di formazione, il mese ignaziano.
Il mese di esercizi spirituali, secondo la mia fresca esperienza, non è un momento di cambiamento – e questo si deve sottolineare – perché Dio non vuole cambiare ciò che siamo: lui ci ha creati così e così ci ama, sottolinea Sant’Ignazio, colui che propone questo percorso. Gli esercizi sono un’esperienza di comprensione, di avvicinamento a Dio e di approfondimento del mistero della sua presenza nel mondo e del legame di amore che ha con noi. Un pellegrinaggio interiore, personale dove non sei solo. Questo è esattamente ciò di cui si tratta: un cammino interiore accompagnato da Lui, il nostro Creatore. Il padre Maestro all’inizio di questo mese diceva: “Dio ci ha preparato per questa esperienza già programmata, lui ci aspetta e ci accoglie.” E’ stato confermato dal fatto che durante un mese di silenzio non ci siamo sentiti soli. Lui ci parla, ci accompagna e ci propone sempre nuove sfide. Questo cammino di meditazione e contemplazione in ricerca di Dio, che ci ha creato dal suo amore e ci ha offerto la vita terrena del suo Figlio per la nostra salvezza, porta anche le risposte alle nostre domande. Andando in profondità, scoprendo te stesso, i tuoi valori e le tue virtù, tutto questo come un dono che sgorga dall’amore di Dio.
Che ne facciamo di tutto questo che abbiamo ricevuto, che ne facciamo della nostra vita, come utilizzarla?
Circa 2000 anni fa Gesù, Figlio di Dio, nasce a Betlemme, vive 33 anni, è condannato, muore e risorge. Questo riguarda anche la mia vita oggi, è un dono anche per me, un esempio di vita data dal Vincitore che vince il peccato, tutte le dinamiche quotidiane che ci rattristano, e la nostra parte buia. Gesù fa capire che la salvezza della nostra anima non ha un “punto zero”, è un cammino, simile alla sua vita. Lui è venuto per aiutare, darci esempi, incoraggiarci e mostrarci la verità perché la possiamo seguire. E inoltre, il risorto è presente nella nostra vita, dobbiamo solo collaborare. Ecco la cosa più importante, dobbiamo collaborare. Come?
Il mese di esercizi spirituali offre la possibilità di capire questo profondamente, di vederlo in modo dettagliato, di capire il dono che Gesù ci fa e di imparare a sfruttare questo dono.
Sono felice e grato di aver fatto questa esperienza, nata attraverso l’esperienza di conversione di Sant’Ignazio, di conoscere di più il mistero della vita di Gesù e di poter accogliere meglio l’amore di Dio e la relazione stretta con lui (relazione di perdono e di amore), che vuole sviluppare con ognuno di noi.
Lo esprime bene il gesuita romeno p. Marius Taloș nella sua introduzione al libro degli Esercizi Spirituali: “Gli esercizi hanno già trasformato molti cuori e molte vite e hanno condotto a molti cambiamenti personali, sociali e culturali.”
Raul P. Ciocani, novizio del primo anno