GESUITI noviziato
Noviziato della Provincia Euro-Mediterranea della Compagnia di Gesù
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Ph. Daniel Nørgaard

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L’arrivo ai Porti Grigi

Il 29 settembre dell’anno 3021 della Terza Era i grandi elfi Galadriel ed Elrond con Gandalf il Bianco ed i due hobbit Bilbo e Frodo arrivarono alla città di mare Mithlond, anche chiamato i Porti Grigi. Così racconta J.R.R. Tolkien ne Il Signore degli Anelli.
Il 29 settembre 2019 A.D. dieci novizi di nazionalità diverse sono arrivati alla città di Genova.

Mithlond stava all’estremo occidente della Terra di Mezzo, e Genova con il suo porto grigio sta all’estremo occidente della penisola italiana. I compagni del racconto di Tolkien che raggiunsero i Porti Grigi si imbarcarono su una nave costruita dall’elfo Círdan per portarli verso le dimore eterne di Valinor nell’estremo occidente, dove risiede la divinità. Noi novizi ci siamo “imbarcati” nella Compagnia fondata da S. Ignazio ed i suoi compagni, “che è una via per arrivare a Dio”.* Con la partenza degli eroi de Il Signore degli Anelli terminò la Terza Era ed ebbe inizio la Quarta Era. Con il nostro arrivo alla città portuale ligure ha avuto inizio una nuova epoca della nostra vita.

A quasi due mesi dal nostro ingresso in noviziato mi è più che chiaro che non faccio parte di una favola. Non mi sto sognando in un mondo parallelo, e lo scopo del noviziato non è di lasciare questo mondo. La mia partenza per Valinor o per la Gerusalemme celeste probabilmente non è programmata per settembre 2021, quando, Dio volendo, noi compagni novizi faremo i primi voti e lasceremo Genova. Siamo qui per stare in compagnia con Gesù per poi poterlo servire nel mondo.

Ma l’immagine di Porti Grigi come è descritta da Tolkien mi aiuta comunque a vivere il tempo del noviziato in modo fecondo. Tolkien ha messo nel cuore dei suoi protagonisti un anelito verso le terre beate dell’Occidente. Durante la mia preghiera quotidiana dalla finestra della mia stanza ho la fortuna di contemplare il mare che si espande verso l’occidente e sembra aprire orizzonti interminabili e sconosciuti che portano in sé una promessa di una realtà maggiore.

Coltivo in me questo anelito verso il di più, verso quella esistenza alla quale tutti gli essere umani sono chiamati. E spero poi di poter un giorno aiutare a costruire navi. Navi per poter portare gente all’estremo occidente, alle coste di Valinor, al Dio che sazia ogni nostro desiderio.

Daniel Nørgaard, novizio di primo anno

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* Così è scritto nella Formula dell’Istituto della Compagnia di Gesù, con la quale il papa nel 1540 ha riconosciuto l’ordine dei gesuiti.

In un mondo

di Benedek Rácz

In un mondo in cui le armi vengono scambiate con il grano,
e dove le guerre sono condannate solo per il loro fastidio

In un mondo in cui un corpo in degradazione esige più rispetto
di uno in cui la vita si sta ancora contorcendo,
e dove il vitello grasso merita una morte più misericordiosa di un feto

In un mondo in cui la puntura di un insetto fa più paura dei videogiochi,
e dove i desideri sono condivisi con internet e non con gli amici

In un mondo in cui il valore di un cane è commisurabile con quello di un bambino
e dove l’amore si misura in dollari invece che in minuti

In un mondo in cui la croce significa che ho ragione,
e dove la gente si chiede: “Perché la Chiesa non è intervenuta?”
ma è bene che Dio rimanga solo nelle chiese

Nel mondo in cui si affollano
le belle parole e le azioni vuote,
tombe levigate e strade dissestate,
lutto non compianto
e occhi che guardano da un’altra parte

In un tale mondo è arrivato,
e in un tale mondo si è fatto carne Cristo.

Non si è vergognato di questo mondo
e questo mondo l’ha ritenuto degno,

per avere gli occhi per piangere su di esso,
e una bocca per incoraggiarlo,
per prendere orecchie per ascoltarlo,
e il cuore per gioire con lui,

per seguire con i suoi piedi colui che si è perso,
e per sostenere con le mani la canna spezzata.

 

Is 42,3ES 102Mt 10,28Mt 8,22Mt 12,12Lc 3,5

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