Il 24 maggio la Compagnia di Gesù in Italia celebra la festa della “Madonna della Strada”, devozione così cara al padre Ignazio negli anni romani. In generale, l’immagine del pellegrino mi ha sempre dato una strana “gioia spirituale”. Inutile precisare che per i Gesuiti, “il pellegrino” – per antonomasia – è proprio Ignazio.
Qualche settimana fa, nel mezzo di un tempo di studio sulle fonti ignaziane nella Cueva di Manresa, con i novizi di secondo anno di Spagna e Portogallo abbiamo ripercorso, a dire il vero a ritroso, il cammino che Ignazio ha fatto dal santuario di Montserrat fino alla cittadina dove avrebbe ricevuto le illuminazioni spirituali più importanti della sua vita, Manresa appunto. Camminando verso Montserrat, andavo ripensando al cammino di Ignazio, quello fisico ma soprattutto quello interiore dei pensieri che si portava dentro, delle domande sul futuro, dei rimorsi per un passato piuttosto inquieto.
Ora, che sono qui a Genova, “nel mezzo del cammino” della vita di tutti i giorni, ogni tanto mi scopro a ripensare a quel cammino fatto, con gratitudine e gioia grande, perchè sento che quella strada non è stata solo “strada” ma è stata e non smette di essere una ricapitolazione e un’anticipazione, nel mistero, di ogni strada già percorsa finora e di tutta la strada che verrà.
XXIX
Caminante, son tus huellas
el camino, y nada más;
caminante, no hay camino:
se hace camino al andar.
Al andar se hace camino,
y al volver la vista atrás
se ve la senda que nunca
se ha de volver a pisar.
Caminante, no hay camino,
sino estelas en la mar.
(A. Machado)
Christian Lefta