I novizi stranieri usano una parte del loro tempo in noviziato per migliorare il loro italiano. Una volta alla settimana fanno lezioni d’italiano con Maria Stella Rollandi. È stata professoressa di storia dell’economia all’Università di Genova.
Come hai conosciuto i gesuiti?
Il mio incontro è avvenuto con padre Lorenzo Giordano, amico dei miei genitori, che ha battezzato i miei due figli. Da allora ho seguito più da vicino la storia della Compagnia e questo mi ha portato a iscrivere i miei figli, Giovanni ed Elena, all’Istituto Arecco. Ho avuto modo di avvicinare molti gesuiti, diversi fra di loro. Da padre Giovanni Bosco Dalle Lucche, latinista e attento alle problematiche giovanili, a padre Vincenzo De Mari, che fece dei seminari sull’esegesi biblica, fino ad ascoltare padre Kolvenbach (ndr: generale dell’ordine 1983-2008) quando venne a Genova. Da ogni incontro ho tratto ricchezza e sostegno anche per il mio percorso di vita.
C’è un aspetto della Compagnia di Gesù che stimi in particolare?
Ho grande stima dell’approccio internazionale e del rispetto delle altre culture, dei linguaggi diversi. È una caratteristica che mi ha sempre colpito e mi ha spinto a studiarla. Certo la storia della Compagnia è molto composita e nel corso dei secoli ha assunto anche politiche di grande intolleranza che forse hanno favorito la diffusione di un sentimento di diffidenza nei suoi confronti. Un padre gesuita un giorno, con un po’ di ironia, ma non solo, ha commentato alcuni punti della voce “gesuita” e “gesuitismo” sul dizionario Zingarelli. Tuttavia credo proprio che anche lo sguardo internazionale, la visione mondiale di Sant’Ignazio e di Francesco Saverio abbiano permesso alla Compagnia di rinnovarsi al suo interno e di mantenere con efficacia un’apertura verso l’altro.
Che cosa auguri ai novizi per il loro futuro in Compagnia?
Mi colpisce l’eterogeneità dei loro percorsi personali e, insieme, la serietà e dedizione con cui affrontano la loro chiamata. Ho una stima profonda nei confronti di queste persone.
Auguro loro di mantenere pura la loro vocazione e costante la loro ricerca.
Puoi condividere con noi una desolazione ricevuta in quest’ultimo tempo?
I miei due figli vivono lontano e, anche a causa del covid19, devo superare una grande solitudine e l’impossibilità di dare loro un sostegno. Dopo tanti anni di insegnamento in un Dipartimento stimolante e vivace come quello di Economia, la scarsa attività e il minore confronto con i giovani rendono più difficile l’ultimo segmento della mia vita.
Puoi condividere con noi una consolazione ricevuta in quest’ultimo tempo?
L’essere in buona salute e poter continuare a svolgere un percorso di ricerca.
2021-02-16