Spingo frettolosamente il carrello con 100 lenzuola impermeabili (2 confezioni da 50), 4
federe (sì, è tutto quello che è arrivato questa volta), un sacchetto di tubetti di dentifricio e
altri due cartoni di materiale da cucina. Mi affretto lungo il corridoio, dato che qui, durante il
periodo di esperimento in ospedale, continuo a ricevere compiti diversi, che – dopo il silenzio
della casa del noviziato – sussurrano piacevolmente: “sei utile!”
Mentre corro, all’improvviso qualcuno chiama da una delle stanze:
– Benny!
– Ma ho un lavoro importante da fare! – mi dico – ho da fare, ho le 100 lenzuole
impermeabili (quelle confezioni da 50), 4 federe (quelle che sono arrivate), il sacchetto di
tubetti di dentifricio e…
– Benny! – Stessa voce, che cela una storia di vita di 90 anni: fatta di tempeste e sole.
– Benny!
– Non ho tempo ora! – dico sempre a me stesso, ma sento il mio cuore affondare: Perché
chi ha tempo se non io? Io, che ho lasciato “la mia casa, il mio paese, i miei fratelli, i miei
genitori”?
Bene, io fermo il carrello, con le 100 lenzuole impermeabili e tutte le altre cosette che mi
porto dietro. Ho tirato i freni. Entro nella stanza. Mi accovaccio, inizio ad ascoltare quella
voce tremante, che è difficile da capire, ma racchiude 90 anni di vita: i genitori e il villaggio, il
rifugio e le bombe, il marito e il lavoro, i desideri e le mancanze, le ferite e i fallimenti. Tutto.
E la gioia di avere finalmente qualcuno che ascolta.
(cfr Lc 10,30-35; Lc 18,29)
Benedek Rácz