Noi gesuiti stiamo per celebrare una disgrazia; più precisamente una gamba fracassata da una palla di cannone. Si tratta della ferita di S. Ignazio di Loyola, durante la battaglia di Pamplona, incorsa il 20 maggio 1521, cioè 500 anni fa. Quella palla, che rompeva i suoi sogni di conquistare onore e fama, lo portò a trovare gioie più profonde ed ideali più alti. Si rivelò così esperienza di grazia e non disgrazia.
Esistono certamente disastri senza frutti positivi, che vanno evitati in tutti i modi. Non bisogna idealizzare le disgrazie. Ma l’esperienza di S. Ignazio dimostra che anche le prove più drammatiche, possono essere occasioni di crescita e di arricchimento. Fallimenti ed umiliazioni sono tra i migliori amici della maturazione umana.
Da giovane seminarista dovevo programmare un pellegrinaggio in bicicletta per un gruppo di giovani. Il prete che doveva accompagnarci mi diceva che dovevamo calcolare qualche chilometro da fare in più ogni giorno, perché avremmo anche sbagliato strada qualche volta. La mia risposta fu: “Ma questo non deve accadere!”.
15 anni e molti chilometri sbagliati più tardi posso dire che non ho più tanta paura degli imprevisti. Quando i nostri piani vengono interrotti succede spesso anche qualcosa di buono. Basta non fissarsi troppo su quello che si è perso.
Di recente, ho perso il viaggio in Spagna con gli altri novizi, perché non ho avuto il risultato del mio tampone in tempo prima della partenza. Ma, in questi pochi giorni, ho vissuto alcune esperienze inusuali: visita di qualche palazzo antico della città, che non conoscevo; momenti di fraternità, come celebrazioni o pasti; un splendido cammino lungo l’Alta Via dei Monti Liguri; la visione di un quadro, raffigurante S. Ignazio in gloria, realizzato dal novizio gesuita Giuseppe Castiglione, nel vecchio noviziato di Genova intorno al 1710 (nella foto).
Un personaggio in un film di Woody Allen dice: “Se vuoi far ridere Dio, raccontagli i tuoi piani”. Dobbiamo cominciare a ridere anche noi, quando si rompono i nostri piani, perché non vuol necessariamente significare disgrazia, ma probabilmente tempo di grazia. Ce lo insegna Ignazio, e per questo vogliamo festeggiare la sua ferita.
2021-05-15 Daniel Nørgaard – novizio di secondo anno