GESUITI noviziato
Noviziato della Provincia Euro-Mediterranea della Compagnia di Gesù
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Con un po’ di creatività…

15 Mag 2020

Non è certamente facile parlare del Noviziato ai tempi del Coronavirus. Come per tutto il resto della popolazione i programmi sono saltati, le esperienze rimandate, gli incontri procrastinati. Contemplare l’operato del Signore in questo tempo diventa un esercizio sottile a causa della monotonia del quotidiano.

Ci vuole occhio attento e la grazia del discernimento per scoprire la bellezza nascosta all’interno della comunità. Ultimamente ci stiamo lasciando arricchire dalle possibilità della vita comune. Un novizio ha proposto ad ognuno di poter condividere argomenti che ha a cuore o che reputa utili per l’edificazione comune e come in ogni comunità sorgono le idee e i commenti più disparati.

Ispirati dalla spiritualità ignaziana, io e Daniel N. abbiamo avviato dibattiti su due argomenti decisamente contemporanei e che hanno generato quella che Papa Francesco chiama una “sana inquietudine” nei nostri compagni a cui ha fatto seguito un piccolo esercizio di discernimento comunitario.

I titoli dei dibattiti sono “Evangelizzare i nones”, categoria di persone che pur sentendo un richiamo per la spiritualità non reputano di potersi riconoscere in una religione codificata e “Instagram e missione apostolica: è possibile?” al fine di valutare le possibilità comunicative dei social in un discorso apostolico e approfondire le dinamiche sociologiche che comportano.

Con la creatività che ci è richiesta dal Santo Padre tutti si sono messi in gioco con rispetto reciproco e dialogo aperto, un esercizio che aiuta a conoscersi di più, apprezzarsi e riconoscersi sempre più comunità che insieme propone, pensa, discute e cammina, in dialogo non solo tra di noi ma col mondo cui siamo chiamati a far parte.

Pasquale Landolfi, novozio del primo anno

Mi ami?

di Pál Füszfás

In occasione della Pasqua vorrei condividere una mia esperienza degli esercizi spirituali.

Nell’ultima, quarta, settimana degli Esercizi Spirituali contempliamo Gesù risorto. Per me era particolarmente difficile stare dentro queste contemplazioni, all’inizio non capivo perché. Nella mia mente c’erano tanti pensieri distratti, per esempio su come costruire un telaio di bicicletta, in quale lato del tetto delle case vicine sarebbe opportuno mettere panelli fotovoltaici, o vedendo un campo mi venivano in mente tecnologie dell’agricoltura. Essendo un ingegnere (almeno in pectore) mi interessano tutti questi temi ma in quel tempo era assolutamente inutile pensare ad essi.

Era già il terzo giorno che stavo soffrendo per distrazioni di questo genere quando finalmente sono riuscito a dire la vera ragione: non mi piaceva questo Gesù risorto che non sta con i suoi e con il quale non posso stare semplicemente come prima. Viene quando vuole, rimane per 5 minuti, per un ora e poi se ne va. Si rende irriconoscibile e giocherella con i suoi discepoli.

Poi chiede: “Mi ami?” (apparizione di Gesù presso il mare di Tiberiade, Gv 21)

Il “buon cattolico” subito risponde in me: “Sì, Signore, certo, tu sai che ti amo”.

Ma questa volta c’è anche un’altra voce più sincera: “Come potrei amarti? Non stai con me, sempre vai via!”.

Finalmente so cosa non va. Sono sempre molto grato per questi momenti di sincerità. A volte purtroppo devo aspettare giorni, settimane, anni finché arrivino.

Poi è affascinante che velocemente un problema si può risolvere se lo riconosciamo.

Altre due parole mi vengono in aiuto: “Ed ecco: io sono con voi tutti i giorni, sino alla fine del mondo.” (Mt 28,20) Come?

L’altra: “E il re risponderà loro: In verità vi dico: tutto quello che avete fatto a uno dei più piccoli di questi miei fratelli, l’avete fatto a me.” (Mt 25,40).

Ecco: infatti, trovare e vedere Gesù nel prossimo (e in ogni cosa) è un compito per tutta la vita. Anzi, dobbiamo amarlo in tutto! Questa presenza nuova, strana, nascosta ci rende capaci di una carità decisamente maggiore. Se lui fosse rimasto fisicamente presente fra gli uomini, avrei corso il rischio di amarlo in modo esclusivo. Ma così, per Lui e in Lui, posso e devo amare tutto e tutti di più e sempre di più. O possiamo dire anche così: Posso e devo amare Lui in tutto e tutti.

 

Pál Füszfás

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