GESUITI noviziato
Noviziato della Provincia Euro-Mediterranea della Compagnia di Gesù
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S.I. parte! Sì, ma come? Un passo dietro l’altro!

30 Ott 2017

Provate ad immaginare di entrare in una nuova famiglia, diversa dalla vostra, in un’altra casa, con altri orari, in una città da scoprire. Senza i vostri genitori. Senza le solite facce. Senza il vostro solito pc e la televisione. Senza il nostro fedele compagno cellulare. Immaginate perfino di non conoscere le persone che incontrerete. Ma soprattutto immaginate di entrare lì dentro dopo essere stati spinti da un grandissimo desiderio di fare quella vita! 

Ci siamo sentiti più o meno così  noi sei nuovi  novizi appena entrati nel noviziato di Genova. Decisamente spaesati, all’inizio, dai volti nuovi e forse anche dal grande tempo che ci veniva concesso. Infatti le due settimane appena passate sono state per noi un tempo di “probazione”, per ambientarci, fermarci, ascoltarci.  Ce n’erano di novità da considerare. Molto spesso si crede che il tempo per “ascoltarci” sia inutile o speso male. Si vivono tante cose durante la giornata ma scivolano via, due chiacchere, un po’ di lavoro ed hai finito la giornata.

In queste due settimane l’invito invece era: “tranquillo, ascoltati!”  Certo, non era facile star tranquillo. Non vi nascondo che la sveglia alle 6:30 ogni giorno mi aveva un po’ preoccupato. Per non parlare della confusione che abbiamo fatto con i primi Vespri tutti insieme, non sapevamo usare il breviario. Il Signore però, ovviamente in famiglia c’è anche Lui, ci da il nostro tempo. Non pretende che capiamo tutto subito, come nello sprint all’inizio di una corsa. Lentamente siamo entrati nei ritmi della casa del Noviziato, un po’ di pulizie, l’uscita con novizi del secondo anno al Forte Diamante, la nostra imbarazzante partita di pallavolo. Fra un caffè e una partita a Trivial pursuit cresce l’idea di non essere finiti poi troppo male.

Leggere col Padre Maestro la Formula della Compagnia nella quale chiediamo di entrare ci aiuta a capire, a ricordare per Chi siamo entrati. Ignazio chiede molto ai membri della Compagnia, ma di certo non di diventare superuomini. Ci insegna che per scendere in profondità ci vuole tempo, un po’ di più che per leggere un messaggio di WhatsApp.

Arriva poi il tempo di ritiro per rileggere queste due settimane, ricche di una nuova vita. Anche nel ritiro il Signore mi sembra che ci abbia ricordato che ci vuole del tempo per conoscerci e per conoscerlo, o almeno iniziare. E così eccoci qui, grati per essere stati accolti, fiduciosi per iniziare il percorso. In fondo c’è sempre Fr. Sergio che con la sua sapienza contadina ci riporta sempre con i piedi per terra.

“Beato chi trova in te la sua forza e decide nel suo cuore il santo viaggio” (Sal 83,6)

di Daniele Angiuli

Ogni pellegrino che lascia la propria casa, i propri affetti, per intraprendere un viaggio, porta con sé emozioni contrastanti: da una parte la gioia di mettersi in marcia, di incontrare luoghi di inedita bellezza e sguardi nuovi da incrociare; dall’altra nostalgia per ciò che lascia, per le persone da cui si separa, sapendo però che l’amore va ben al di là delle distanze geografiche. Soprattutto è animato dal desiderio di “arricchirsi” lungo la strada, non tanto di souvenirs quanto di incontri capaci di trasformarlo, di “lasciarsi fare” dal cammino più che “fare” il cammino.

Credo che siano stati animati da sentimenti simili gli uomini e le donne di cui ci narra il Vangelo che, lasciandosi alle spalle occupazioni, relazioni, si sono messi alla sequela del Rabbì di Nazaret, che ha insegnato da una “cattedra itinerante” e ha affascinato molti con la forza del suo sguardo e dei suoi gesti.. Tra i tanti nomi c’è Pietro, chiamato dal mare di Galilea al mare dell’umanità; Matteo, invitato a volgere lo sguardo verso un Amore senza misura; Maria di Magdala, liberata dall’Amore e chiamata ad essere apostola della Resurrezione.

Ma tra questi nomi ci sono anche i nostri, oggi: Jacopo, Paolo, Andras, Gabor, Soheil, Paolo, Daniele, giovani con dei sogni nel cuore, caratterizzati da fragilità e punti di forza. Dal 1 Ottobre abbiamo iniziato un cammino nella comunità del noviziato di Genova, per entrare in una relazione più intima con il Signore, conoscere meglio noi stessi e lo stile di vita che ci rende felici e rende felici gli altri.

Ciascuno di noi ha lasciato una parte di sé, attratti da uno Sguardo e mossi dal desiderio di una vita piena, per poter essere “uomini fino in fondo, anzi fino in cima”, come affermava don Tonino Bello. Non mancano di certo paure rispetto al futuro che ci attende, ma abbiamo fiducia in Colui che si fa nostro Compagno di viaggio che, come per i discepoli di Emmaus, ascolta le nostre preoccupazioni, accoglie le nostre sconfitte, riaccende la speranza.

Un mese fa, il 16 ottobre 2023, siamo entrati in seconda probazione, un tempo favorevole per andare in profondità alla Parola, agli scritti del Padre Fondatore Sant’Ignazio, attraverso la vita di preghiera, lo studio, la vita fraterna.

La possibilità di avere attualmente una giornata scandita da tempi precisi, dei luoghi in cui poter contemplare la bellezza del creato, delle persone adulte nella fede con cui confrontarsi, dei compagni su cui poter fare affidamento, è davvero un dono grande di Dio che speriamo di custodire e far fruttificare.

Ma anche il tuo nome, caro lettore, cara lettrice, è chiamato con amore dal Maestro: non ci chiede di essere perfetti per metterci in cammino, ma il desiderio di osare e la volontà di affidarci a Lui, così come siamo per lasciarci da Lui plasmare. Per noi e per te, homo viator, l’augurio caro al mondo scout: “Buona strada!

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