Cupa e muta sul mondo incombe la notte. Gli uomini che stanno nelle tenebre e nell’ombra della morte si interrogano: chi sono io? Perché sono nato in questo tempo? Perché amo? Perché soffro? Perché morirò? Mentre un profondo silenzio avvolgeva tutte le cose, e la notte era a metà del suo corso Dio risponde, si fa uomo. La stella sfolgora: le tenebre permangono, ma la luce le squarcia, non si fa seppellire e indica il cammino. È un’unica festa, come in cielo così in terra: è giunta la pace promessa a tutti gli uomini perché Egli li ama.
Ovunque dispersi ecco i pastori; ci sono quelli che attendevano, quelli che temevano cosa sarebbe avvenuto, quelli che non se ne curavano: tutti costoro, per primi, ricevono la notizia, improvvisa nella faticosa noia di una fredda e solitaria notte. Alcuni accorrono, con stupore e speranza, primi testimoni del Dio-con-noi; altri restano alle loro occupazioni; alcuni non prestano ascolto, altri temono inganni e pericoli, altri non credono che ne valga la pena. Nel presepe ci sono tutti.
Da lontano giungono i Magi. Sapienti e assetati d’infinito, hanno affrontato, seguendo la stella, un cammino di desideri e dubbi, speranze e paure, arrivano a Betlemme. In quella stalla s’inginocchiano, davanti a quel bimbo nudo tra la nuda roccia la gioia è immensa, aprono i loro scrigni, offrono oro, incenso e mirra: Dio, che quanto di più grande non può contenere, abita ora quanto di più piccolo.
Sullo sfondo ecco Gerusalemme, maestosa e cadente, che respinge chi è nel bisogno e uccide i profeti che le sono mandati. Che cosa temi, o Erode, all’annuncio che il Re è nato? Compi la tua scelta: un Dio che non sia riflesso o puntello della tua gloria va distrutto; il potere si riafferma versando sangue innocente. Vuoi uccidere la Vita che, giacendo in una mangiatoia, fa vacillare il tuo trono. Non è venuto per essere servito ma per servire! Decreti, per eliminare quel solo, lo sterminio di tanti bambini: le madri straziate non ti fanno esitare, non ti commuove il lamento dei padri, non ti arresta il gemito dei neonati.
All’annuncio dell’angelo che le chiedeva di diventare la Madre di Dio, Maria aveva risposto con fiducia.
Giuseppe, uomo giusto, si era affidato alla volontà di Dio, si era fatto carico del mistero che avvolgeva quel bambino e la sua sposa.
Ora fuggono, soli in terra straniera, alla Sua promessa di una nuova vita seguono pericoli di morte. Lasciano tutto, conservando tutto nel loro cuore, con un bimbo tra le braccia che, giunto il tempo, li lascerà per occuparsi della cose del Padre, per compiere la Sua volontà e percorrere la strada che, da quella grotta, conduce al sepolcro e…
Il presepe narra l’amore di Dio che spogliò se stesso scegliendo la condizione di ogni essere umano, in qualunque condizione si trovi. Venne nella nostra verità perché ci ama, si espone al nostro rifiuto ma è sempre qui, dono senza condizioni. Mettete tutti nel vostro presepe, tutta la vostra vita, ogni vostra tradizione e gusto, e in un angolo, foss’anche povero e nascosto, mettete il bambino Gesù.