Pensieri sull’esperimento quaresimale a Napoli
È passato quasi un mese dal nostro rientro in noviziato. Questa Quaresima è stata davvero speciale: insieme al mio confratello Piero siamo stati mandati a Napoli in una comunità di gesuiti, per scoprire e gustare il loro lavoro apostolico. Il contesto napoletano era la Chiesa del «Gesù Nuovo», una realtà che non si esaurisce nell’attività liturgico-parrocchiale – che rimane fondamentale. Dal lavoro sociale alla catechesi dei ragazzi, dai concerti di musica sacra al centro d’ascolto della Caritas, dalla devozione a San Giuseppe Moscati al consultorio familiare, dagli esercizi spirituali serali alle prove di coro abbiamo conosciuto una realtà multiforme e affascinante.
Sono state sei settimane di grazia, incontrando tantissime persone in diversi contesti all’ombra del «Gesù Nuovo». Per essere più specifico, vorrei parlare dell’ambito della musica e di come questo linguaggio mi abbia messo in relazione con il coro dei giovani. Come mai? Insieme a Piero abbiamo risposto all’invito di P. Vincenzo – il parroco del «Gesù Nuovo» – di partecipare alle prove del coro dei giovani, per «la Messa delle 8» della domenica sera. I coristi con il loro canto pieno di entusiasmo mi hanno subito conquistato; erano convincenti per il loro messaggio forte e chiaro: “è bello stare insieme cantando al Signore”. Queste parole di un canto ricorrente tra i giovani del coro riassumono bene un desiderio e una speranza di un’amicizia con Lui:
«Ho incontrato te Gesù
E ogni cosa in me è cambiata
Tutta la mia vita ora ti appartiene
Tutto il mio passato io l’affido a te
Gesù, Re di gloria mio Signor.»
La vera armonia e consonanza che attrae non è solo quella di «mettere insieme i suoni», ma quella che si legge e si sente in un atteggiamento di servizio per gli altri attraverso il canto. Questo fa il più bell’accordo che tocca il cuore e subito t’interpella quando lo ascolti. Cantando con loro mi sono aperto, non solo ai brani musicali, ma anche all’amicizia con molti di loro, ad essere meravigliato del loro servizio alla Messa. Uno dei momenti più belli della nostra esperienza è stato durante la sera del Giovedì Santo, quando il coro ha animato l’adorazione eucaristica. Davanti all’Altare della Reposizione è stato preparato un tavolo con delle sedie, ricordando il Cenacolo. Su queste sedie si sono seduti i coristi, per dare con il canto i ritmi della preghiera. Oltre agli accordi sonori, ho percepito una sonorità di voci e di cuori, una «consonanza» nel servire insieme il Signore e gli altri, come evocano le parole di una bellissima canzone:
«Amarte a ti, Señor
en todas las cosas
y a todas en Ti.
En todo amar y servir,
En todo amar y servir.»