Gesù venne per la salvezza di tutti e tutti chiama a seguirLo. E noi vorremmo ma egoismi, paure, pigrizie ci trattengono, ci inducono a rimandare, ci convincono a rinunciare. Gesù, venuto per proclamare ai prigionieri la liberazione, per rimettere in libertà gli oppressi (Lc 4,18), veramente uomo, mostrò una vita libera di amare.
Che giova infatti all’uomo guadagnare il mondo intero, se poi perde la propria anima? (Mc 8, 36) chiedeva Gesù alle folle che Lo acclamavano per il pane. Liberi dal vivere solo per produrre e consumare, siamo liberi di lavorare per vivere i nostri valori, d’amare. Liberi da suggestioni artificiali, siamo liberi di conoscere il valore delle cose, d’assaporare sobri ed essenziali la vita in pienezza. Liberi da frenesie di accumulare o dissipare, siamo liberi di ringraziare, d’apprezzare il frutto del lavoro, di risparmiare, di investire, di aiutare, di donare. Alcuni vivono questo nel distacco, altri nella cura del mondo, tutti nella giustizia. Gesù ci invita a essere liberi nelle relazioni con le cose e il mondo, a essere poveri.
Forse anche voi volete andarvene? (Gv 6, 67) chiedeva Gesù ai discepoli che aveva scelto, che Lo avevano seguito ma che, alle Sue parole, dubitavano. Liberi da brame di dominio, siamo liberi di camminare con chi è vicino, di lasciare andare chi guarda lontano, di accogliere chi viene e chi torna. Liberi da maschere per intimidire o sedurre, siamo liberi di sfiorare e farci sfiorare nell’intimo, di desiderare, di donarci in comunione d’amore. Liberi dal nichilismo della carne, siamo liberi di rispettare la libertà e la dignità d’ogni persona, di inabissarci nel mistero della vita, in ogni gioia, in ogni dolore. Alcuni vivono questo nella predilezione per una persona del matrimonio, altri nella disponibilità universale del celibato, tutti nella cura fedele delle nostre famiglie, amici, comunità. Gesù ci invita a essere liberi nelle relazioni con gli altri, a essere casti.
Non sia fatta la mia, ma la tua volontà (Lc 22, 42) chiedeva Gesù al Padre nell’ora della Passione. Liberi da pretese di individualismo e autosufficienza, siamo liberi di avere “gli stessi sentimenti che furono in Cristo Gesù” (Fil 2,5). Liberi dalla menzogna che Dio sia l’Oppositore, il Nemico della nostra volontà, che gli altri siano voleri a noi opposti da tenere lontani o piegare, siamo liberi di vivere, con gli altri e per gli altri, da figli e fratelli. Liberi dal crederci padroni della Storia, siamo liberi di cooperare alla Sua opera di redenzione. Alcuni vivono questo facendo riferimento alla propria comunità, altri al superiore, tutti nel discernimento. Gesù ci invita a essere liberi nella relazione con Lui, a essere obbedienti.
Dunque perché professare i voti?
Perché la scelta di seguirLo diventa vita vera incarnandosi in uno stile concreto, fedele alla nostra storia, identità e chiamata. Tra le innumerevoli strade per seguirLo, noi novizi discerniamo se il modo di procedere indicato dalle Costituzioni e dalla tradizione della Compagnia è la nostra. L’acqua, pur tra ostacoli e fossati, tende al mare, a tornare donde è venuta; e vi torna attraverso tracciati scavati nel tempo. La santità non è un rivo inaridito, né una dispersa palude ma un fiume che scorre, irriga e dona vita.