Potrei passare ore alla finestra della mia stanza, lasciandomi trasportare dallo splendore della creazione di Dio.
La veduta è dominata dalle montagne vicine, maestose ma gentili, che sorvegliano la città con una presenza silenziosa ma solida. In questi ultimi mesi sono state sormontate da una spolverata di neve – una sostanza aliena e curiosa per me, essendo abituato agli inverni miti e umidi di Malta perennemente soleggiata.
Ma forse sono più incantevoli nelle prime ore di una clemente mattinata invernale, avvolte in una trapunta di nuvole infinitamente morbide che si riversano dolcemente sulle cime delle montagne e scivolano giù per i pendii, finendo per sciogliersi una volta che incontrano il calore della città.
In modo che se le montagne sono le sculture di un Artista, sono adornate dai tratti del Suo pennello: la nostalgia romantica delle nuvole del mattino, la semplicità audace di un cielo profondamente azzurro, la vivacità vibrante di un sole gloriosamente arancione che si immerge lentamente oltre l’orizzonte per illuminare sia le Alpi innevate e remote e sia il mare vicino e scintillante …
E infatti Genova chiama il mare la sua linfa vitale, questa distesa strana e mutevole che svanisce nell’infinità, un orizzonte pieno di promesse e reso più incantevole dalla silhouette indistinta della Corsica in giorni limpidi. E mentre le navi mercantili sbuffano accanto alle crociere decorate allegramente, navigando gli stretti spazi del porto per cavalcare finalmente il mare aperto – a volte calmo e azzurro, altre volte birichino e turchese – non posso fare a meno di ricordare il mare di Malta che ha colorato le estati della mia infanzia.
E proprio in mezzo a questo, cullato dalla gentilezza salda delle montagne, dagli infiniti colori del cielo a volta e del mare pieno d’anima, giace Genova – uno stretto ma lungo mosaico di edifici che si irradiano dal porto e marciscono lentamente sui fianchi delle montagne. Di notte, diventa una costellazione scintillante di luci annunciata ai marinai lontani dal faro che sorveglia l’entrata del porto.
Guardando di notte questa moltitudine di luci minuscole, non posso fare a meno di pensare alle anime innumerevoli che chiamano questa città la loro casa. Sono tutte – come le luci – piccole rispetto alle meraviglie della creazione che le circondano, ma brillano intensamente come solo le vere somiglianze di Dio possono. Così come la città è circoscritta dai capolavori dell’Artista, così i suoi abitanti – e in effetti tutti noi – sono cullati dall’amore e dallo Spirito di Dio, manifestati nelle meraviglie della natura e nel riflesso della Presenza infinita che risiede nelle persone intorno a noi … e in noi stessi.
Allontanandomi da questo sguardo macroscopico, fermandomi brevemente ai parrocchetti verdi che cantano tra i rami dei pini e delle palme del giardino del Noviziato, ritorno all’intimità della mia stanza, gioendo con godimento infantile per la generosità esuberante e creativa del Suo amore.