La vita e il mondo in cui ci troviamo sono un mistero da contemplare e qui siamo chiamati a giocare la nostra relazione d’amore. Per amore possiamo ridere e piangere, possiamo ascoltare, parlare e tacere, possiamo progettare e lavorare, contemplare e condividere, possiamo attendere e incontrare; ogni fatica e ogni consolazione, ogni lotta e ogni desiderio, ogni dolore e ogni conforto, se vissuto nell’amore è giogo dolce e carico leggero (Mt 11,30).
Al principio della ricerca di questo amore c’è la scoperta in noi di un desiderio più intimo e recondito di noi stessi: “O Dio, tu sei il mio Dio, all’aurora ti cerco, di te ha sete l’anima mia, a te anela la mia carne, come terra deserta, arida, senz’acqua” (Sal 62,2). Lo cerchiamo, ciechi e assetati, e tutto si dilegua come ombra, tutto ha il sapore di polvere, ogni parola ammutolisce; sperimentiamo quanto sia tutto tremendamente relativo all’infuori di quell’Unico Che è ineffabile, Che non ha nome, Che supera ogni nostra comprensione. Qui, nel deserto, Egli parla al nostro cuore (Os 2,16). Ascoltando ci scopriamo amati, liberati dal nostro piccolo mondo asfittico, sciolti dall’angoscia di doverci aggrappare a denti stretti a noi stessi per non perderci. L’amore, che saziando di sé di sé asseta (Purgatorio, Canto XXXI), spezza la nostra paura e il nostro segreto egoismo e ci apre all’infinita libertà di Dio. Ma il cammino non termina qui.
Egli, il Signore della vita Che vuole, crea e benedice ogni creatura (Gn 1), ci invia nel mondo, al servizio di ogni creatura: “Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri” (Gv 13,34). Ritorniamo con Lui nel mondo e Gli siamo più vicini proprio dove Egli parrebbe più lontano da Se stesso: nel Suo vero amore per il mondo. Qui ritroviamo le Sue creature, che nella nostra superbia avevamo prima idolatrato, poi disprezzato, le contempliamo nello sguardo del Creatore. Ritroviamo il piccolo nel Grande, il finito nell’Infinito, la realtà in Dio, Che è tutto in tutto, Che, origine e fine di tutto, tutto abbraccia. Tutto ciò che amiamo si rivela vero, autentico, definitivo nella Sua luce, nella Sua pace, nel Suo silenzio in cui ogni creatura, inclusi noi stessi, vibra. Vediamo ogni cosa non come un idolo, non come un nulla, ma nella propria verità, bontà e bellezza davanti a Dio, in Cui tutto si ama, tutto si loda, tutto si riconosce magnifico.
Gli Esercizi Spirituali sono un cammino affinché i nostri affetti siano riordinati e il nostro amore risorga e cammini, puro e libero, nello Spirito, con il Figlio, verso il Padre. Per amore siamo vigili a lasciare tutto ciò che offusca e intiepidisce, che non è compimento della nostra sete d’amore, a nulla anteporre al suo amore e servizio; per amore siamo liberi di donare tutto noi stessi con generosità, gustando fino in fondo la vita e la Sua pienezza: siamo così sempre pronti, in ogni circostanza, ad amare come Colui che ha amato il Padre con tutte le Sue forze, con tutta la Sua intelligenza, con tutto il Suo cuore e noi, Suoi fratelli, come Se stesso (Mt 22,37-40; Mc 12,29-31; Lc 10,25-28).