GESUITI noviziato
Noviziato della Provincia Euro-Mediterranea della Compagnia di Gesù
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Una firma per ricordare

01 Set 2017

Dopo un anno di preparazione e di attesa, finalmente è arrivato il momento di vivere il campo estivo con i ragazzi del MEG! Dopo aver seguito per un anno, con altri responsabili, un gruppo di ragazzi tra gli 11 e i 12 anni, siamo pronti a partire!

Saliamo sul pullman e insieme al nostro gruppo ci sono i ragazzi di III media…certamente non mancano, nel cuore di noi responsabili, alcune ansie: i ragazzi riusciranno a integrarsi tra loro? Noi responsabili riusciremo a collaborare?…
Piccole domande che non possono trovare risposta prima di vivere questa avventura; quindi non ci resta che partire…

I ragazzi più piccoli si siedono insieme, mentre i più grandi fanno combricola tra loro stando seduti nei posti in fondo al pullman. Noi responsabili incominciamo subito a mescolarci tra loro e a cercare di farci conoscere e creare legami.

Siamo tutti molto entusiasti di partire per “Celle di Macra”, non solo per sfuggire al caldo soffocante di Genova, ma anche per vivere l’esperienza tanto attesa del campo estivo.

I giorni trascorrono inesorabilmente e il tema preparato da noi responsabili, partendo da il libro de “Il piccolo principe”, fa subito breccia nei cuori dei nostri ragazzi. Durante le condivisioni cadono le barriere della timidezza e dell’imbarazzo e subito i ragazzi, sia i più piccoli sia i più grandi, incominciano ad aprirsi.

In un battito di ciglia, è già trascorsa una settimana dal nostro arrivo. Mi fermo a guardare i ragazzi mentre preparano gli zaini per il rientro e non posso fare a meno di notare l’intesa e la collaborazione tra di loro. Che bello vedere che i due gruppi sono riusciti ad amalgamarsi… ma noi responsabili siamo riusciti a fare altrettanto?

Entro nella camera dei responsabili e realizzo che siamo in ritardo, non abbiamo ancora risistemato né i nostri zaini nè il materiale del campo. Incominciano anche per noi i lavori di riordino e di preparazione degli zaini ed è incoraggiante notare la collaborazione tra di noi. Si respira aria di ottimi “legami”… siamo riusciti anche noi a collaborare e ad addomesticarci, proprio come è successo tra il piccolo principe e la volpe.
Il tempo trascorso insieme, le condivisioni, le preparazioni…ci hanno permesso di unirci e di creare legami di amicizia.

Prima di partire sentiamo il bisogno di lasciare un piccolo segno di noi ai nostri amici; in modo tale che ogni volta che vedranno questo segno si ricorderanno di noi e dell’esperienza che abbiamo vissuto insieme. Proprio come il piccolo principe ha fatto con la volpe e con l’aviatore.
Il segno è deciso dai ragazzi ed è la propria firma sulle magliette degli amici; in questo modo una semplice firma su una maglietta bianca è divenuta per ciascuno di noi un ricordo indelebile di una meravigliosa esperienza di condivisione, di collaborazione e di amicizia.

http://5p2p.it/2014/08/04/cento-volte-tanto.html

Cento volte tanto

19 Giu 2018

Durante il noviziato capita spesso di avere la sensazione di vivere in prima persona quanto è raccontato nei vangeli. Per aderire davvero alla buona notizia, per interiorizzarla, si deve fare esperienza concreta. Non a caso, Gesù, a chi gli chiedeva: “dove dimori?” rispose: “venite e vedete”.

Chi abbraccia la vita religiosa sa bene che dovrà ripensare i rapporti con la famiglia di origine. Le occasioni per condividere del tempo con i parenti più stretti e con gli amici di sempre, si ridurranno all’osso. Com’è naturale che sia, ognuno di noi vive quest’aspetto della nostra scelta come una rinuncia. Nel Vangelo è Pietro a dare voce a questa difficoltà: “Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito”. A questo punto il Signore rassicura i discepoli sul fatto che l’abbandono dei luoghi della quotidianità e delle persone più care, non si tradurrà in una vita priva di affetti. Al contrario, assisteranno al moltiplicarsi delle relazioni di amore e di amicizia.

Di questo ho fatto esperienza già dai primi mesi di noviziato e non ci ho messo molto a percepire Villa S.Ignazio come la mia casa e la comunità del noviziato come una famiglia. Di recente, durante un’esperienza di servizio di un mese presso il Cottolengo di Torino, io, Nicola e Ale siamo stati ospitati presso la foresteria della struttura dove vive una comunità di otto studenti universitari. Praticamente da subito, i ragazzi ci hanno accolto calorosamente nel gruppo, offrendoci la loro amicizia e beneficandoci in ogni modo. Si sono offerti di accompagnarci in auto alla Sacra di San Michele e alla Basilica di Superga. Ci hanno portato in alcuni dei locali più belli della città. Con loro abbiamo visto film, giocato a calcetto, avuto conversazioni profonde e interessanti, vissuto situazioni esilaranti.

È proprio vero che non c’è nessuno che abbia lasciato casa o fratelli o sorelle o madre o padre o figli o campi per causa di Gesù e per causa del Vangelo, che non riceva già ora, in questo tempo, cento volte tanto.

Continuiamo il cammino in attesa delle persecuzioni e della vita eterna!

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