MEG, per chi non sa cosa significhi, sta per “Movimento Eucaristico Giovanile”. È un percorso-cammino che i gesuiti propongono per bambini e per ragazzi, dalle elementari sino alle scuole superiori. Ed io sono entrato a farne parte solo un mese fa, già adulto, da novizio. Prima ne avevo sentito parlare solo lontanamente. Adesso, dopo un mese di MEG, e due di noviziato, posso affermare che sono le due ore più belle di tutta la mia settimana.
C’è un antefatto molto simpatico, che desidero raccontare per introdurre l’esperienza.
Ho incontrato questa estate un’amica impegnata già da anni nel campo educativo-formativo del MEG. Non mi parlava d’altro. Dona molta parte della sua vita per i ragazzi, oltre al lavoro, gli amici e a tutto il resto. Per lei è molto importante. Trova l’esperienza molto significativa e piena di vita. Il suo augurio era che io potessi conoscere durante il cammino in Compagnia, almeno per una volta, la gioia che lei stessa sperimenta (da responsabile) con questa proposta formativa dei gesuiti. Non avendone mai avuto un’esperienza diretta, non la prendevo molto sul serio (ovviamente!). E, anziché lasciarmi coinvolgere dal suo racconto, mi divertivo a prenderla in giro, a farle notare di come fosse esagerata, etc., etc.
Quando ho appreso dal maestro dei novizi che, come servizio fuori dal noviziato (chiamato qui “apostolato”), sarei stato inviato proprio al MEG, qui a Genova, sede del noviziato, ho sorriso. E, memore di quanto accaduto in estate, mi son detto: “me lo sono proprio cercato, me lo sono meritato un castigo così!”, “questa è la giusta punizione per non aver fatto altro che canzonare la mia amica!”. Menomale che Dio ha le sue maniere creative per condurre la mia vita e per “punirmi”.
Lei aveva proprio ragione, ed io torto. Che bellezza il gruppo di ragazzi a cui sono stato inviato! La loro fascia di età è quella del biennio delle scuole superiori (14-15 anni). Come sono belli.
Per la conduzione del gruppo mi affianco a tre ragazzi genovesi, giovani universitari, responsabili del gruppo (o anche detti “i resp”), e ad un giovane gesuita in formazione. Sin da subito mi ha colpito la loro attenzione e dedizione, la loro cura nel preparare gli incontri, prima, e nel condurli il venerdì, poi.
Il MEG ha donato loro tanto quando erano più piccoli e, adesso che son grandi, hanno tanta voglia e tanta preparazione per donare quanto di bello hanno vissuto e ricevuto. Si vede, non c’è bisogno che dicano niente. È evidente che è così.
Agli incontri settimanali, c’è da aggiungere: il “bivacco” per due volte l’anno; il servizio verso realtà più disagiate del territorio, con un campo-servizio estivo, a conclusione dell’anno; e, ovviamente, il grande appuntamento del convegno nazionale del MEG, in cui tutti i gruppi dalle medie in su, presenti sul territorio nazionale, si incontrano a Frascati per tre-quattro giorni. Quest’anno, se non erro, incomincerà il 7 Dicembre prossimo…
Queste occasioni sono utili per i ragazzi per crescere nelle loro relazioni, per conoscersi meglio, per fare amicizia, per divertirsi, gioire, per crescere con le attività. Ed ecco, è stato proprio così anche per me il 18-19 Novembre scorsi, quando ho potuto vivere il mio primo bivacco. Mi sono divertito un mondo! E da essere un “tizio sospetto” che il venerdì si presentava agli incontri con i resp (del tipo: “e questo chi è adesso?”), adesso per loro sono Nicola, da pronunciare con la cadenza pugliese delle mie parti.
Chi l’avrebbe mai detto? Qualche mese fa non conoscevo Genova, né tanto meno il MEG. La mia amica ha proprio ragione: quanta vita, quanta gioia, quanta pienezza, quanta possibilità di crescita. Forse sto esagerando adesso, proprio come aveva fatto lei questa estate. Ma poi è risultato tutto vero, non era un inganno. MEG, che sorpresa!