Mi trovavo a Cluj-Napoca in Transilvania, nella Casa di Esercizi Spirituali della Compagnia di Gesù, due settimane prima della mia partenza per l’Italia, per fare un corso di lingua in preparazione all’ingresso in Noviziato.Durante una discussione con un compagno gesuita in formazione, vengo a scoprire per la prima volta che non avrei potuto usare il telefonino personale per i due anni di Noviziato. Devo riconoscere che non è stata una delle più belle notizie. Sorpreso da questa novità, la prima domanda che mi sono fatto era cercare di capire “il perché” di una tale scelta e cosa aveva a che fare con la mia vocazione di seguire il Signore.
Sant’Ignazio ci ricorda nel libro degli Esercizi Spirituali, che siamo troppo vincolati a ciò che ci circonda e questo può creare degli affetti (cioè attaccamenti) disordinati, che generano aspettative e quindi producono spesso e inevitabilmente tristezza e dolore, impedendoci di essere felici. Invece come cristiani siamo chiamati da Gesù a essere felici e vivi come Lui stesso dice:“ sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza” (Mc 10,10).
Tutti sappiamo che lo smartphone o un semplice cellulare non sono delle cose indispensabili per la nostra vita. Tuttavia sono degli strumenti che anzitutto facilitano e aiutano le nostre relazioni, connettendoci con altre persone. Ci aiutano negli spostamenti, nella gestione dell’economia personale, nella gestione del nostro tempo e specialmente del tempo libero. Ci offrono la possibilità di divertimento e di interagire con nuove persone nei cosiddetti social media. Guardando a questa grande offerta non è difficile trovare delle dinamiche, persone, relazioni, cose a cui possiamo legarci e affezionarci in modo disordinato.
Dopo quasi due anni senza utilizzare il telefono personale, mi sorprende rendermi conto di quanto importante e significativa è stata per me questa scelta, quanto forte in passato è stato il mio attaccamento verso tante cose, dinamiche e persone e quanto è cambiata la situazione da quel momento. Posso dire di essere soddisfatto di questa esperienza, che mi ha portato anzitutto una consapevolezza maggiore sulla mia vita e una libertà che mi ha tolto tante paure e mi spinge verso i desideri più grandi.
2021-07-21 Raul Ciocani, novizio del secondo anno