Martedì mattina, attorno a un tavolo allestito per la colazione. C’è un ospite, don Paolo, venuto a salutare Guido mentre è di passaggio per Genova. Dopo le presentazioni, chiacchierando, la conversazione finisce su Silence, l’ultimo film di Scorsese. Il fatto, in sé poco rilevante, mi colpisce perché da più di una settimana ormai questo film è l’argomento caldo in Noviziato: nelle conversazioni a tavola, durante le lezioni, in alcune preghiere durante la Messa, spesso si torna a discutere di questo, scambiandoci pareri e riflessioni.
Venerdì scorso, infatti, noi, novizi di II anno, siamo andati al cinema a gustare questo film, a lungo atteso non solo perché capolavoro annunciato di un bravo regista, ma soprattutto per l’argomento: le persecuzioni contro i cristiani giapponesi, in cui furono coinvolti anche alcuni gesuiti. Storia di famiglia, possiamo dire.
Mentre ci avviamo a piedi verso il centro l’allegria è molta: è la prima volta da quando siamo in Noviziato che usciamo per andare al cinema! Il clima interiore sembra stridere con quello esteriore: la prima pioggia invernale dopo diversi mesi, che però non ci scoraggia.
Fino a quando ci sediamo in sala le chiacchiere sono molte: «Chissà cosa ci aspetta…», «Sai che i protagonisti hanno fatto gli esercizi spirituali?», «Ma è una storia vera?», «Uff, in questo cinema non ci sono nemmeno i pop-corn». C’è chi, come Guido, aveva già letto tutte le recensioni scritte, da quella su La Civiltà Cattolica a quella su Io Donna, e chi invece, come me, si presenta disarmato e ignaro. Calano le luci, inizia lo spettacolo.
In seguito, è stato come svegliarsi da una trance e scoprire che erano già passate quasi tre ore. Tre ore volate in un soffio, dove non si sentiva una mosca, tanto eravamo coinvolti. Le parole ora sono poche: come le vere opere d’arte richiedono tempo perché decantino dentro, così tutti noi siamo stati toccati da questo film. Un film che tratta in maniera per niente banale i temi della fede e della grazia, che non si limita a dare risposte, ma pone domande lasciando un finale aperto. È stata una bella sorpresa ricevere da Silence così tanti spunti che mettono in discussione la nostra idea di fedeltà e ci interrogano sulla misericordia divina. Già a cena, attorno a delle coloratissime torte salate abbiamo iniziato la condivisione che continua ancora oggi e che accresce il desiderio di poterlo rivedere presto.