Il giorno 25 di ogni mese, qui in noviziato, preghiamo per tutte le vocazioni, e in particolare per quelle alla Compagnia di Gesù. Gesù stesso, mosso a compassione vedendo le folle «stanche e sfinite, come pecore che non hanno pastore», diceva ai suoi discepoli: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il Signore della messe, perché mandi operai nella sua messe!» (Mt 9,36-38). Quante volte abbiamo ascoltato queste frasi! Eppure, quanto è difficile metterle in pratica: come pregare perché altre persone si aprano alla ricerca della volontà di Dio nelle loro vite, si offrano interamente al servizio del Vangelo, quando in fondo noi continuiamo a seguire i nostri progetti, e a chiedere a Dio di confermarli?
Se ripenso al mio cammino vocazionale, non mi è difficile immedesimarmi in tutti quei ragazzi che, pur sentendo un’attrazione per seguire Gesù, pur avendo percepito più volte una profonda gioia e pienezza di vita nell’incontro con i gesuiti, restano ancora chiusi di fronte alla possibilità che il Signore chiami anche loro a seguirlo nella stessa via. Oppure in tutti quelli che si stanno aprendo progressivamente a tale possibilità,che hanno intrapreso un percorso di discernimento in cui trovano conferme della loro primigenia attrazione ai gesuiti, ma poi rimandano a lungo la scelta vera e propria, magari chiedendo a Dio chissà quali straordinari “segni”, e dicendo a sé stessi che prima di compiere una definitiva scelta di vita hanno bisogno di altro tempo, altre esperienze. Non è difficile per me immedesimarmi neanche in coloro che, concluso il percorso di discernimento, scelgono la Compagnia, offrono questa scelta al Signore e compiono realmente i passi necessari per la richiesta di ammissione al noviziato, ma poi, mentre attendono con trepidazione la risposta del Provinciale,tornano a più riprese a “fabbricare dubbi” concentrando lo sguardo su ciò che manca, su ciò a cui rinunceranno entrando in noviziato.
Posso immedesimarmi almeno in parte nelle fatiche di queste persone, perché anch’io sono passato per tutto ciò, in diversi modi e momenti della mia vita. E non solo io! Vari novizi potrebbero parlarti delle resistenze interiori sperimentate nel loro itinerario di discernimento, come pure dei tempi di aridità affettiva o desolazione vissuti nei mesi che precedono l’entrata in noviziato. Quindi, se tu che leggi queste righe ti rivedi negli atteggiamenti di una di queste “categorie” di persone, o in analoghe fatiche di fronte ad una possibile chiamata ad altre forme di vita religiosa o al sacerdozio diocesano, il mio primo messaggio per te è: non sei solo!
Non sei solo perché altri prima di te sono passati per le stesse resistenze, e altri come te ci stanno passando in questi mesi. Non sei solo perché, anche quando non te ne rendi conto, sono in molti a pregare per il tuo “sì!” alla chiamata vocazionale: da noi novizi, ai testimoni di Dio che hai incontrato nel tuo cammino, fino ai santi del cielo. Non sei solo perché, soprattutto, Dio è con te. Un Dio paziente, che ti ha atteso anche lungo gli anni in cui non volevi proprio saperne della Sua chiamata d’amore, che ti attende ancora ogni volta che insensatamente torni a fuggire lontano da questa chiamata. Un Dio che sta alla porta del tuo cuore e bussa dolcemente, attendendo la tua risposta di libero affidamento a Lui; un Dio che al di là di ogni logica umana continuerà ad amarti in modo infinito anche se tu decidessi di non aprirgli la porta del cuore!
Vorrei scriverti tante altre cose per incoraggiarti a non avere paura, a dire il tuo “sì!” alla chiamata di questo Dio, e a non voltarti indietro dopo aver accolto tale chiamata. Ti racconterei di come scorrono le nostre giornate in noviziato, cercando di evitare forme di illusorio “marketing vocazionale”: non ti nasconderei i momenti difficili, le fatiche che ho sperimentato e sto sperimentando in questi primi mesi di vita religiosa. Ma è maggiore la pace del cuore, che viene dal sapere di essere al mio posto nel mondo, e dal percepire che proprio rimanendo qui, nella Compagnia di Gesù, potrò aiutare tante altre persone a trovare il loro posto nel mondo, ad essere felici cercando e scegliendo la via a cui Dio le invita.
Ma per oggi ho già scritto troppe parole. Ti saluto, quindi, solo con la frase di un giovane gesuita spagnolo. Mi colpì molto quando la ascoltai per la prima volta, e continua ad ispirarmi. Diceva, semplicemente, così: «Non mancano vocazioni, mancano decisioni!».
Nicolò Lorenzetto