Tempo fa, mai avrei detto che avrei avuto la possibilità di vedere, addirittura di abitare, nella città di Cristoforo Colombo e di Fabrizio di André. Dalla nostra collina dov’è posizionato il noviziato si rivela agli occhi un bel panorama, con la città e il mare alla sinistra, e le montagne di Liguria alla destra. Fra le diverse giornate la meraviglia degli occhi si nasconde dietro il velo della notte, rimanendo le moltitudini di luci viste come candele viventi.
Chiudendo gli occhi, subito si notano una diversità di suoni. E con gli occhi chiusi e con gli orecchi aperti, si può ascoltare, fra i suoni delle macchine e di altri suoni, l’orchestra ardente ed entusiasta di alcuni uccellini. L’armonia e il suono dolce di questi uccellini t’invitano a entrare nella loro danza musicale, accogliendoti con amore e abbracciandoti con fiducia. Quasi ogni sera i nostri amici, ci insegnano ad ascoltare e accogliere le loro storie musicali, toccandoci il cuore e guidandoci con fiducia sulla via della nostra formazione.
Emozioni simili le abbiamo vissute, noi di secondo anno, in un laboratorio sul tema: “ascoltare e accogliere: il cuore della relazione”. Mi rendo conto di come nessun uccellino del nostro giardino abbia uno strumento musicale per creare quest’armonia relazionale, ma che sono loro stessi gli strumenti musicali.
Questa esperienza sul laboratorio ci ha fatto consapevoli che siamo come questi uccellini: non abbiamo gli strumenti musicali per suonare e cantare, ma siamo noi stessi “gli strumenti viventi” che ascoltano gli altri per accogliere con il cuore il loro cantico. E più spesso ci mettiamo nell’armonia degli altri, più possiamo diventare un’orchestra edificante e brillante.