Da piccolo avevo l’abitudine di guardare il cielo stellato, di sognare con gli occhi aperti cose grandi, di emozionarmi dinanzi a migliaia di stelle come se fossero vicino a me. Questi giorni tornando dall’apostolato, sulla strada per il noviziato, mi sono fermato e ho alzato la testa. Che meraviglia!! Nel buio della notte, il cielo brillava di uno spettacolo di luci, grandi e piccole, che formavano un disegno stupendo. Quale essere umano non si è fermato, almeno una volta nella vita, anche solo per un attimo, a guardare questo splendore?! Il cielo stellato ci fa sentire un profondo desiderio, un’ardente nostalgia di ritornare a Dio e di sentirci a casa del Padre.
La Quaresima appena iniziata altro non è che un ritorno al desiderio di Dio, un cercare dal profondo del cuore con nostalgia il suo volto. Per questo ci siamo messi in movimento, tenendo in mano la bandiera della croce, focalizzandoci sul nostro Signore per poter imparare e maturare una triplice relazione.
Una giusta relazione con noi stessi, dando spazio al digiuno dai nostri affetti disordinati per lasciare vincere in noi il primato di Dio, il suo sguardo di misericordia e amore.
Una vera relazione con il Padre nel silenzio della preghiera, nel gustare Dio attraverso ogni pensiero, parola e agire quotidiano, sentendoci veramente figli e discepoli amati, come Giovanni sotto la croce. E così sperimentare ogni giorno una misericordiosa relazione con i nostri vicini, regalando come elemosina il nostro tempo, la nostra disponibilità e – con grande gioia e generosità – noi stessi.
La Quaresima è questa opportunità di sentirci più bisognosi di Dio e di aver sempre davanti la nostalgia dello spettacolo del cielo con la speranza inestinguibile che al mattino il Vero Sole sorgerà.