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Noviziato della Provincia Euro-Mediterranea della Compagnia di Gesù
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01 Set 2016

Sono stata ospite della casa del Noviziato dei Padri Gesuiti a Genova negli ultimi 4 anni, sempre per alcuni giorni di esercizi spirituali durante un fine settimana prolungato. Ho, quindi, accettato con entusiasmo di condividere la mia esperienza in quei luoghi.

La casa, abbarbicata sulla collina di Genova e circondata da un magnifico giardino di stile retrò, gode di una vista fantastica, che spazia dal porto di Genova alla costa di ponente. Insomma, un angolo di pace che non può che ben disporre a guardarsi dentro prendendosi tutto il tempo che occorre… già questo un vero lusso.

E’ una casa che accoglie sin dal principio, quando suoni il citofono e con molta grazia ti apre un giovanotto sorridente e ti invita ad entrare.

Io, abitualmente, cerco di arrivare la sera, così che gli strascichi della giornata lavorativa possano sedimentarsi nella notte e, quindi, l’indomani sia liberata dalle tensioni e possa dedicarmi con maggior profitto alle giornate di meditazione.

E’ una casa, dicevo, che accoglie, ma con grande discrezione, dove puoi apprezzare la declinazione della spiritualità ignaziana anche nelle pratiche di vita quotidiana per la disamina delle situazioni e quindi per prendere le decisioni.

Chi sta trascorrendo un tempo di ritiro, e pertanto vive le giornate coltivando il silenzio, sviluppa con i novizi, abituali interlocutori al momento del servizio dei pasti, altre forme di colloquio come gesti, modi ed espressioni che lasciano il segno di come essi vivano quotidianamente la pedagogia Ignaziana, anche se tali contatti con noi esterni pellegrini sono non verbali. Gli stessi gesti molto dicono di come, pur nelle diversità dei caratteri e del retroterra educativo, la vita in comunità con regole e responsabilità per ciascuno stia formando ognuno di essi in modo diverso con una impronta a sigillo di comune appartenenza. Attraverso le loro attività comuni di servizio alla casa, ci consentono così di entrare in punta di piedi nella loro vita quotidiana e sono lezione vivente di come sia possibile cercare e trovare il Signore in tutte le cose, dai compiti più’ umili o espletati nel nascondimento, nell’orto a zappare, al pollaio a pulire o nelle cucine, oppure in quei servizi più tipici della loro formazione futura, come guidare i vespri, allestire l’altare per la Santa Messa o animare il canto, attività dove effettivamente ciascuno opera per il tutto.

Poi, finalmente, terminato il tempo degli esercizi spirituali e del silenzio, si consuma il pasto conclusivo insieme a loro, ai Padri ed ai Fratelli che vivono nella comunità e presiedono alla casa ed allora l’incontro e le impressioni acquistano più colore, con le storie di vita di semplice e timida scoperta della propria vocazione nelle parole che ciascuno condivide con gli ospiti/pellegrini in un’atmosfera di grande emozione ed arricchimento.

In sintesi, una grande scuola di vita e segno di speranza per noi esterni che, spesso, nei giornali e negli ambienti professionali ci imbattiamo in storie di immaturità e superficialità, con orizzonti troppo immediati e troppo poco gratuiti.

                                                                                                                                                Una amica del Noviziato

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