Un respiro internazionale e una presenza che lascia il segno. Si potrebbe riassumere così la visita del p. Generale Arturo Sosa e del p. Provinciale Gianfranco Matarazzo, in occasione della festa del Noviziato nella ricorrenza di S. Stanislao Kostka, celebrata lo scorso martedì 13 novembre.
La giornata è cominciata, come al solito, con la sveglia delle 6:30, seguita dalla preghiera personale, dalla celebrazione comunitaria delle lodi e poi con la colazione tutti insieme. Fin da subito abbiamo potuto apprezzare, tra un sorriso e qualche battuta, il clima familiare e fraterno con cui il p. Generale si è relazionato con noi, quasi fosse stato lui a invitarci a casa sua!
La mattinata, quindi, è proseguita con un incontro tra la comunità del Noviziato e i nostri ospiti, in cui abbiamo avuto la possibilità di porre domande su tematiche che ci stanno a cuore: chiedere quali siano le sfide della Compagnia per il futuro, o semplicemente manifestare i nostri desideri, e approffittare del tempo insieme per semplicemente ascoltare e ampliare i nostri orizzonti. Infatti, la visione globale del P. Sosa ci ha permesso di vedere con maggior chiarezza i segni dei tempi, ci ha dato una chiave di lettura nuova e avvincente con cui imparare a comprendere il mondo che ci circonda, per poter essere sempre più liberi al servizio dei bisogni della Chiesa e delle persone con cui ogni giorno entriamo in relazione.
Quindi terminato l’incontro, ci ha raggiunto parte della comunità della Chiesa del Gesù di Genova per celebrare assieme l’Eucaristia. La Messa, presieduta dal Padre Generale, attraverso le parole dello stesso, ci ha messo di fronte alla figura di S. Stanislao Kotska e alla difficoltà di oggi “di riconoscere la santità nei giovani. Meno ancora se si tratta di un giovane, che, appena sedicenne, è scappato da casa per non fare quello che la famiglia si attendeva da lui”.
Le parole della sua omelia sono stati dei semi lanciati in un terreno che, attraverso la preghiera, avrà modo di farli maturare. Tra tutte le parole ce n’era una che si ripeteva e che mi colpiva per la sua incisività, ovvero INVECE.
La società in cui viviamo, i poteri forti, le pubblicità e i tanti stimoli che riceviamo sembrano portarci in un mare dove non è possibile distinguere una direzione o un orizzonte, eppure noi che abbiamo ricevuto e fatto una scelta di Dio, la direzione l’abbiamo già ed è quella che non ci resta che seguire e verificare quotidianamente.
In che modo? Col discernimento e ricordandoci che non siamo soli in questo cammino. Infatti, il discernimento a cui tanto ci aggrappiamo non è una cosa che può essere vissuta nella propria solitudine, ma è un percorso che necessita l’altro. Perché grazie all’altro con cui entriamo in relazione, vivendo pienamente ogni giorno, si ha l’occasione di contemplare e verificare le nostre scelte: non come se si stesse guardando dentro un pozzo accontentandosi degli echi che riusciamo a sentire, immaginandoci il fondo, ma desiderando di guardare direttamente alla fonte e specchiarsi per vedere l’immagine più autentica della realtà che siamo chiamati a vivere, assieme a tutta la Compagnia di Gesù, nella speranza che “siano molti i giovani e le giovani che ascoltano e seguono questo bel cammino aperto dalla Pasqua di Gesù, che è il primo a percorrerlo davanti a noi”.
Con queste parole che ci scaldavano il cuore, abbiamo quindi proseguito la celebrazione della ricorrenza di S. Stanislao nella condivisione fraterna del pranzo e nella camminata attraverso i vicoli di Genova, per far conoscere anche al P. Generale le bellezze della città, prima di salutarlo e concludere così una giornata che non ci ha lasciati indifferenti.
Filippo Carlomagno, novizio del primo anno