Il cammino spirituale personale è strettamente legato alla vita comunitaria, che è come una palestra di relazioni, dinamiche, scelte, collaborazioni, per comprendere e dare vita ai valori evangelici e alla missione apostolica.
Nella tappa del noviziato, la vita comunitaria è parte integrante e fondamentale della missione che la caratterizza: prepararsi per dire un “sì” più pieno e consapevole alla chiamata a seguire Gesù nella Compagnia. Di conseguenza il noviziato insegna a vivere e lavorare insieme, condividendo le attitudini e i doni personali, a volte scoprendone nuovi, con l’impegno a superare (non senza fatica) il livello istintivo delle simpatie e antipatie, del mi piace/non mi piace.
Inoltre aiuta a comprendere cosa significa essere un gruppo di amici e compagni, scelti dal Signore, per realizzare una comunione di vita con lui e tra loro e per collaborare alla missione di evangelizzazione della Chiesa, secondo il modo di procedere tipico della Compagnia.
Da una parte, la vita comunitaria rende possibile portare avanti insieme la missione affidata, in modo più creativo, in quanto frutto del contributo di tutti; è luogo di condivisione delle gioie e delle fatiche, dei successi e dei fallimenti, della riflessione e della verifica periodiche dell’impegno apostolico, in relazione ai contesti operativi ed esperienziali. Peraltro, la vita comunitaria già in sé è realizzazione della missione, in quanto testimonianza di comunione profonda, espressa e nutrita dalla condivisione delle esperienze personali, dal discernimento, dalla comunione dei beni, dal lavorare insieme e dalla vita quotidiana.
È importante che i novizi facciano esperienza della centralità della celebrazione eucaristica, come luogo nel quale la comunione si forma, cresce e si sostiene, così come di momenti quotidiani di preghiera comune e di una giornata di ritiro mensile. Senza coltivare la relazione con il Signore Gesù, non ha senso e perde forza anche il vivere insieme e la missione comune.