“Ecco verrà il Re, Signore della Terra e toglierà il giogo della nostra schiavitù”.
Il primo pensiero che mi è venuto in mente meditando su quest’antifona al Magnificat nell’ambito della Novena di Natale, è un Grazie profondo al Signore per l’esperienza del noviziato.
Questo perché credo che il processo di smantellamento del giogo della nostra schiavitù – come recita l’antifona – abbia subito una forte accelerazione con il nostro arrivo a Genova.
Si potrebbe definire quasi uno sradicamento violento di tutto quanto ci tiene ad una distanza di sicurezza da Gesù.
A parte i tanti momenti di gioia, spensieratezza e condivisione fraterna, nel nostro cammino personale viviamo anche situazioni difficili: a volte la persona che eravamo prima di entrare in noviziato viene messa a dura prova da un autentico processo di spoliazione del proprio io.
E’ una spinta energica verso le braccia di Gesù, verso un nuovo io in cui dare maggior spazio al Signore o – come dice San Paolo – rivivere con Cristo.
Madre Teresa diceva “è dimenticando se stessi che ci si ritrova”. Ecco questo è il dono del noviziato, forse uno dei gradini più importanti per il nostro cammino come gesuiti.
Inevitabile è il collegamento con un brano del Vangelo di Matteo (Mt 11,28-30) in cui Gesù invita tutti a seguirlo con la metafora di un giogo dolce e di un carico leggero.
Questi due ossimori con grande immediatezza esprimono la sintesi del nostro cammino con e verso Gesù, una strada irta di ostacoli che donano libertà e pesantezze che regalano leggerezza; una vera palestra per un cuore umile e mite pronto ad accogliere Gesù ogni giorno.
Così è il noviziato: un cammino fondamentale di liberazione dalle nostre schiavitù, dal nostro ego in primis, in cui rimaniamo soli con noi stessi davanti a Gesù senza distrazioni e via di fuga.
Vorrei anzi ringraziare il Signore per tutte quelle volte in cui vorrei fuggire in montagna per un weekend e invece rimango in noviziato, per tutte quelle volte in cui sognerei una serata al cinema e invece rimango in noviziato, per tutte quelle volte in cui vorrei andare a bere una birra con gli amici e invece rimango in noviziato.
In questi ultimi giorni di avvento vorrei anche chiedere la grazia al Signore di vivere con gioia tutte quelle situazioni che – anche se difficili – preparano il nostro cuore ad accogliere Gesù nella nostra vita, non solo questo Natale ma sempre.