I nostri sensi ci sono donati da Dio, e quanto ci sono utili nella preghiera e nella contemplazione! Gesù dice infatti: “Beati invece i vostri occhi perché vedono e i vostri orecchi perché ascoltano” (Mt 13,16). Ma possono essere anche motivi di scandalo: “se il tuo occhio ti è motivo di scandalo, cavalo e gettalo via da te. È meglio per te entrare nella vita con un occhio solo, anziché con due occhi essere gettato nella Geènna del fuoco.” (Mt 18,9). Come posso interpretare questo oggi?
Potrei dire che viviamo in un mondo di sensualità. In effetti, tutte le pubblicità si basano sui nostri sensi. Dai deliziosi hamburger alle modelle di lingerie e agli antidolorifici, si basano tutte sul fatto che la visione di una pubblicità scatena un senso e suscita il nostro interesse. I video TikTok e i YouTube Shorts utilizzano la sensualità per catturare la prima impressione e farci dedicare tempo ed energia ai contenuti. Ci illudono di poter soddisfare un bisogno più profondo attraverso il consumo di contenuti. La chiave sta in questo “eccitazione”/“risveglio” dell’interesse, perché non lo controlliamo noi stessi, ma ci troviamo inconsciamente ad abbandonare una decisione precedente per dedicarci a qualcos’altro. Questo diventa un problema quando i nostri sensi ci portano a compiere azioni che vanno contro la nostra coscienza.
Noi cristiani impariamo fin da piccoli a perseguire ideali più grandi, superando i nostri istinti, anche sacrificando il benessere momentaneo per un bene più grande. Ignazio raccomanda che coloro che sono in probazione (cioè in Noviziato) “mettano tutti una cura speciale per custodire con molta diligenza da ogni disordine le porte dei loro sensi” (Costituzioni [250]). Ma attualmente, anche quando voglio stare attento ai miei sensi, mi trovo spesso di fronte a contenuti non desiderati. E in queste situazioni, qual è l’atteggiamento giusto nei confronti del nemico della natura umana (così come lo definisce S. Ignazio)?
Una delle regole del discernimento è quella di paragonare il nemico a un capitano di esercito che “si comporta come un condottiero che vuole vincere e fare bottino”. Un capitano “pianta il campo ed esamina le difese o la disposizione di un castello, e poi lo attacca dalla parte più debole. Allo stesso modo il nemico della natura umana ci gira attorno ed esamina tutte le nostre virtù teologali, cardinali e morali, e poi ci attacca e cerca di prenderci dove ci trova più deboli e più sprovveduti per la nostra salvezza eterna” (Esercizi Spirituali [327]). In questo caso, conoscendo la sua logica, non ho altra scelta che oppormi ai tentativi del demonio, perché “è proprio del demonio indebolirsi e perdersi d’animo, e quindi allontanare le tentazioni, quando chi si esercita nella vita spirituale si oppone ad esse con fermezza, agendo in modo diametralmente opposto” (Esercizi Spirituali [325]). Quindi, se guardo il “custodire i sensi” alla luce della fermezza e dell’agire contro la tentazione, capisco quanto sia rilevante anche oggi. E proprio quando mi scopro debole, non dimentico che il potere di oppormi alle tentazioni è una grazia, che non posso darmi da solo, ma posso chiedere a Dio (cfr. Mt 7,7)!