GESUITI noviziato
Noviziato della Provincia Euro-Mediterranea della Compagnia di Gesù
iten
facebookTwitterGoogle+

Elia Gittardi

Caro lettore, cara lettrice,

“come ci sei finito in noviziato?” Questa a è una domanda che tutt’oggi mi chiedo e alla quale cercherò di dare una risposta in qualche riga, sperando di non annoiare troppo.

L’humus nel quale ha messo le radici il mio desiderio di vita religiosa è quello che mi è stato dato nella mia infanzia tra le pittoresche montagne del Sudtirolo, a Merano. Primo di tre fratelli (due fratelli e una sorella), sono nato e cresciuto in una famiglia cattolica, in cui la vita di fede è sempre stata vissuta con semplicità e naturalezza.

Il tempo delle scuole elementari fu per me un tempo di crescita piuttosto rapida, e ciò fu causato da due circostanze. La prima fu il bullismo: per diversi anni fui vittima di bullismo sia verbale che fisico da parte di un bel gruppetto di compagni di classe. La seconda circostanza, invece, fu un periodo di malattia che, al tempo della quarta elementare, mi obbligò per una decina di giorni in ospedale e poi per qualche mese a casa. Queste due esperienze mi portarono presto a pormi domande di senso sulla mia vita, fino a quel momento segnata certamente da momenti molto belli, soprattutto in famiglia, ma anche dalla sofferenza e dalla malattia. Ricordo una chiacchierata una domenica sera con mio papà, al quale avevo accennato alcune mie domande “esistenziali”: la sua risposta mi invitò a cambiare prospettiva, spronandomi a non rimanere a rimuginare troppo su me stesso, ma a fare tesoro di queste esperienze più difficili in un’ottica di dono per gli altri.

Gli anni seguenti passarono in fretta, forse anche per le tante cose (soprattutto durante gli anni del liceo) che facevo e che mi piaceva fare: a scuola, oltre all’ordinario studio richiesto ad uno studente di liceo classico, mi trovavo con un gruppo di compagni di classe per organizzare conferenze; ero attivo nel gruppo giovanile della parrocchia e iniziai anche a seguire un gruppo di ministranti; frequentavo un centro giovanile cattolico; suonavo il pianoforte e praticavo (un po’ malvolentieri, a dire il vero) anche un po’ di sport.

I primi anni del liceo, quindi, passarono in un baleno tra amicizie e attività e mi aiutarono a scoprire passioni e “talenti” che il Signore mi aveva messo nel cuore e nella mente. La domanda di senso sulla mia vita (e quindi su come spenderla in maniera più piena) continuava ad abitare i miei pensieri, e così, all’inizio del quarto anno di liceo mi feci coraggio e chiesi ad un amico sacerdote di accompagnarmi nel leggere e capire i miei sentimenti. Il sacerdozio diocesano era una delle diverse possibilità, ma presto mi accorsi che questa via non mi si confaceva appieno. Poi, improvvisamente, arrivò la pandemia e interruppe quella mia serrata e consolidata routine. Il tempo di “silenzio” forzato di quel periodo mi permise di leggere alcuni libri, articoli su internet, ma soprattutto me stesso. Fu così che nella primavera del 2020 mi imbattei nella Compagnia di Gesù.

Mi affascinò moltissimo la spiritualità ignaziana e così, quando scoprii che la Compagnia aveva un’università a Roma dove si insegnava la storia della Chiesa (negli anni di liceo mi ero appassionato alla storia e la teologia mi intrigava molto), scelsi di iscrivermi e mi trasferii nell’Urbe. I tre anni che trascorsi lì mi aiutarono molto, innanzitutto nella mia crescita personale e accademica; ma furono anche gli anni in cui ebbi la possibilità di toccare con mano e crescere nella spiritualità ignaziana, specialmente grazie alla comunità di Pietre Vive. Presi anche consapevolezza tanto delle ricchezze che dei limiti della Chiesa universale e della Compagnia; ciononostante, in me il desiderio di vita religiosa prendeva forma e maturava, grazie anche all’aiuto di tanti amici che ho incontrato lungo il cammino.

Ero quasi pronto a decidermi a fare richiesta per essere ammesso in Compagnia, quando mi si presentò la possibilità di andare a studiare all’estero. Nel momento stesso in cui inviai l’e- mail con cui accettavo l’offerta di proseguire gli studi in Inghilterra, mi accorsi (non senza gioia) che, sebbene quella non fosse stata una decisione sbagliata (tutt’altro), il desiderio della vita religiosa c’era e si faceva sentire più forte che mai. Così mi trasferii in Inghilterra dove vissi con una comunità di padri gesuiti: un’occasione preziosa per trovare conferme sul cammino e dove conobbi anche un volto diverso della Compagnia da quello che avevo conosciuto a Roma.

Ed è così che la settimana dopo la mia laurea, il 4 ottobre di quest’anno (2025) sono arrivato nella casa del noviziato, dove un nuovo capitolo della mia vita con il Signore si sta aprendo e dove la mia domanda di senso ha trovato un nuovo e fertile terreno in cui crescere.

Chiudi notifica

Gesuitinetwork - Normativa Cookies

I cookies servono a migliorare i servizi che offriamo e a ottimizzare l'esperienza dell'utente. Proseguendo la navigazione senza modificare le impostazioni del browser, accetti di ricevere tutti i cookies del nostro sito. Qui trovi maggiori informazioni