DUC IN ALTUM! SCENDERE NELLE PROFONDITÀ DELLA VITA
Ho 28 anni e sono abruzzese. Appassionato di cultura classica e di letteratura, curioso ed estroverso, sempre alla ricerca di ciò che è autentico e vero. Sono nato e cresciuto in un piccolo borgo, Guardiagrele, che da sempre ha unito la bellezza del paesaggio montano della Majella alle meravigliose doti artistiche delle diverse maestranze artigiane (legno, ferro battuto, oreficeria). Anche io infatti vengo da una famiglia di artigiani: un papà restauratore di mobili e una madre ragioniera, da diversi anni casalinga. Ho un fratello più grande, Ivan, laureato in Storia dell’Arte.
Porto nel cuore la semplicità e la genuinità della mia comunità di origine, specialmente la parrocchia, dove ho iniziato il mio cammino di fede e ad avere molti amici che come me amavano ritrovarsi insieme e creare un luogo di condivisione aperto a tutti. È in questi spazi che ho vissuto gli anni meravigliosi dei campi-scuola e degli oratori estivi, così come a combinare le classiche piccole bravate tra ragazzi, a sperimentare le ribellioni adolescenziali e i primi innamoramenti… In questo periodo ricordo un netto rifiuto a prendere in considerazione la strada del sacerdozio, nonostante mi appassionavo ad ascoltare il Vangelo e a mettermi a servizio delle persone, specialmente dei giovani. Vi era in me una lotta: da un lato il Paolo della parrocchia, e dall’altro il Paolo di tutti i giorni, impulsivo e ambizioso, che sogna brillanti carriere, magari come insegnante e ricercatore. Nel secondo anno di università i miei modi di pensare al futuro e alla vita si sono frantumati in mille pezzi: il Signore mi ha fatto comprendere la sua chiamata a seguirLo in modo radicale, non attraverso vette spirituali, ma quasi toccando il fondo della mia miseria umana e del fallimento. Mi invitava a seguirlo senza cancellare nulla delle mie passioni, ma a donarmi in modo differente, rilanciando la sfida in modo più alto e creativo, non come volevo io, ma come voleva Lui.
Abbandonando schemi abitudinari della fede, seguo alcuni corsi ad Assisi per giovani, presso le suore francescane Alcantarine, e lì scopro la potenza della Misericordia e del perdono. Per una settimana seguo gli Esercizi Spirituali secondo il metodo ignaziano e si apre un mondo e un modo nuovo di pregare… leggendo inoltre la biografia del p. Rocci, autore del famoso vocabolario di greco, nasce il desiderio di incontrare personalmente i gesuiti. Inizio il servizio civile con i malati dell’Unitalsi e nel frattempo conosco la comunità di sant’Ignazio di Loyola a Roma, con p. Vincenzo d’Adamo, abruzzese anche lui. Ai timori per il futuro si aggiungevano quelli del presente, per diverse situazioni familiari, difficili a livello economico. Ogni dubbio e insicurezza sembra risolta quando incomincio a lavorare come insegnante tra Marche e Umbria: autonomia, soddisfazioni, gratificazioni personali… eppure avverto un’inquietudine e una grande solitudine: c’è un magis che mi sta aspettando, non per appagare il mio egoismo, ma per vivere da figlio e fratello…mi metto finalmente in gioco continuando il cammino nella Compagnia ed entrando in Noviziato: il Signore mi chiedeva e mi chiede ancora di scendere nelle profondità della vita, lì dove posso incontrare Lui, l’Amore crocifisso che afferra e salva, guarisce e invia ai fratelli.