GESUITI noviziato
Noviziato della Provincia Euro-Mediterranea della Compagnia di Gesù
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Il nostro patrono: un caparbio…

di Giacomo Andreetta

Domenica 13 novembre nessuno di noi è andato in parrocchia, ma tutti siamo rimasti in noviziato per festeggiare in fraternità il nostro patrono: S. Stanislao Kostka.

Questo sconosciuto fu un giovanetto polacco di nobili origini che con caparbietà perseguì il desiderio profondo di donarsi a Cristo nella Compagnia di Gesù. Lo fece partendo dal collegio dei gesuiti a Vienna e viaggiando dapprima in Germania, dove Pietro Canisio lo indirizzò verso Roma, che raggiunse in povertà. Qui nel 1567 entrò nel noviziato, a 17 anni, morendo però l’anno successivo.

Questa sana audacia è stata sottolineata anche da padre Josef Briffa, giovane maltese, che ha presieduto la celebrazione nella nostra cappella, tornando a Genova dove visse il noviziato quattordici anni fa. La linea che separa testardaggine e caparbietà è assai sottile, ma ben diversi sono gli esiti: la prima porta alla rigidità e alla chiusura, la seconda scaturisce e trova compimento nell’ascolto e nella fermezza fiduciosa.

Dopo la celebrazione, abbiamo condiviso il pranzo con i padri della comunità della Crocetta, al termine del quale è seguita una pausa digestiva e l’opportunità di conoscere più da vicino p. Josef, che sta per difendere la sua tesi di dottorato in archeologia, studi che lo porteranno ad insegnare al Pontificio Istituto Biblico a Roma. Non si tratta solo di studi specialistici, ma di una vita che si pone al servizio della Chiesa, di una persona che con la propria storia cerca di conciliare l’essere padre gesuita allo studio di una materia scientifica fatta di documenti, manufatti, ipotesi e molta pazienza.
È una missione affidatagli che lo porrà a formare formatori, una posizione particolare che lo sfida non solo a fornire nozioni, ma soprattutto a dare strumenti, esempi e soprattutto uno stile. Questo fa parte di quella pastorale intellettuale, che non ha di mira solo le persone che si trovano ora sui banchi di scuola, ma anche coloro che verranno formati da questi; senza contare tutta la rete di contatti con professori, ricercatori, volontari e relazioni che una materia come l’archeologia comporta.

Tutto questo si incarna in una vita di ricerche, viaggi e corsi, il tempo fondamentale per la preghiera e le relazioni. Ci vogliono la caparbietà e la libertà per procedere in un progetto, proprio come ci insegna il nostro santo Stanislao.

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